rendimentogold

basilepiccolo

Eclisse


“Confronto inutile”, “incontro insoddisfacente” La videoconferenza sul piano industriale Arcelor Mittal secondo Usb e Uilm

IMG 20200609 WA0005

Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Usb:

“Sono profondamente deluso dalla discussione di questa mattina”. Così il coordinatore provinciale Usb Taranto Franco Rizzo, nel suo intervento durante la videoconferenza di oggi con Governo e commissari di Ilva in A.S.
“Ci raccontiamo cose che non conosciamo, parliamo di un piano industriale senza sapere quali sono i contenuti. Discutiamo di documenti che non abbiamo letto, questo non è un ragionamento serio. Il Covid 19 richiamato dal gruppo franco-indiano è una scusa bella e buona. Le aziende dell’appalto da quasi 2 anni vantano crediti arretrati, non certo da 3 mesi così come non è solo da 3 mesi che i lavoratori sono in cassa integrazione. E ancora gli impianti non manutenuti pagano le conseguenze di un prolungato disinteresse.
Come si può parlare di incomprensioni, queste sono malefatte! Mittal non ha praticamente rispettato nulla, ha fatto finora il contrario di tutto quello che ha detto e che era stato inserito nell’accordo da noi sottoscritto. Arcelor ora deve andare via, a Taranto non ha investito un euro. Ora chiede altre risorse pubbliche. Probabilmente per procedere al licenziamento di altre migliaia di lavoratori. Parliamo di 1,8 mld di euro che devono invece essere utilizzati per la riconversione economica e per la città. I tecnici di Ilva in AS, che hanno tutte le competenze per intervenire, devono essere messi nelle condizioni di farlo tempestivamente, perché tra 15 /20 giorni le cose potrebbero ulteriormente precipitare”.
“Con queste premesse, come si può pensare di inserire Taranto nel Green New Deal europeo attraverso la decarbonizzazione, come sostiene il ministro Gualtieri?
Come si può parlare di garanzia per la continuità occupazionale?
Come è possibile colmare la distanza tra questo piano industriale che, ci riferiscono, irricevibile e quello di cui i lavoratori e Taranto tutta hanno bisogno”?
“La politica – prosegue Rizzo – non sta facendo una bella figura: assuma finalmente decisioni coraggiose per il bene dei lavoratori e di tutta la comunità, che meritano rispetto. La nostra impressione è che ci sia un diverso atteggiamento da parte dei ministri: quello di Patuanelli più vicino alle esigenze da noi rappresentate e quello di Gualtieri certamente più distante.
Per la vertenza Mittal dunque nell’ordine: via Mittal da Taranto, nazionalizzazione e messa in sicurezza della fabbrica”.

Questa la posizione dell’Usb di fronte alle dichiarazioni del Governo. I ministri dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli e dell’Economia, Roberto Gualtieri, nell’incontro, hanno cercato di rassicurare, parlando di investimenti per arrivare a produrre acciaio con impianti che portino all’utilizzo di altri combustibili e per programmare dunque da qui a 5/10 anni la riconversione industriale, nonché il mantenimento dei livelli occupazionali: non solo i 10.700 dipendenti di Arcelor Mittal, ma anche i lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria. I ministri hanno ribadito che Arcelor dovrà assumersi le proprie responsabilità e rispettare il contratto in essere.
Hanno partecipato alla videoconferenza anche i commissari Antonio Lupo, Alessandro Danovi e Francesco Ardito.

Prossimo confronto in presenza dell’azienda programmato per la prossima settimana.

Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Uilm:

“E’ stato un incontro inconcludente e insoddisfacente che non ha dato nessuna risposta ai lavoratori che si trovano in condizioni di disperazione e ai migliaia in cassa integrazione a 900 euro al mese. Il piano presentato da ArcelorMittal venerdì scorso è stato ritenuto “inaccettabile, inadeguato, insoddisfacente e irrealizzabile” dai ministri Gualtieri, Patuanelli e Catalfo e dai commissari straordinari dell’ex Ilva nell’incontro appena conclusosi. Ma al termine non c’è stata nessuna determinazione da parte del Governo su quali saranno i prossimi passi da compiere. Alcuni chiarimenti del ministro Patuanelli sul piano presentato hanno confermato le indiscrezioni giornalistiche uscite nei giorni scorsi e questo rappresenta la continuazione e la “coerenza” della multinazionale che fin dall’inizio ha disatteso gli impegni sottoscritti. ArcelorMittal ha presentato un piano di liquidazione e non di rilancio degli stabilimenti, che comporta un disastro occupazionale e uno scempio ambientale”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, al termine dell’incontro in videoconferenza sulla situazione dell’ex Ilva, al quale hanno partecipato i ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo, le organizzazioni sindacali confederali e di categoria e i commissari straordinari di Ilva As.
 
 
“Il progetto presentato – dichiara il leader Uilm – è un piano per guadagnare tempo, per arrivare a fine anno quando con soli 500 milioni di euro potranno andarsene e lasciarci le macerie. Il Governo ne prenda atto e metta in campo ogni soluzione a sua disposizione per tutelare tutti i lavoratori, diretti e dell’indotto, e il risanamento ambientale. ArcelorMittal non è un gruppo credibile e non può essergli permesso di annientare la siderurgia italiana”. 
 
 
“ArcelorMittal ha prima stracciato l’accordo sindacale del 6 settembre 2018 –  sottolinea – che prevede zero esuberi e oltre due miliardi per ambientalizzazione e investimenti impiantistici, poi ha cestinato quello del 4 marzo fatto con il Governo, a suo dire a causa del Coronavirus. In un anno e mezzo la multinazionale ha sempre trovato una scusa per non rispettare gli impegni presi, a cominciare dal luglio scorso con la decisione unilaterale e contro i vincoli dell’accordo del 2018, con la messa in cassa integrazione di circa 1.400 lavoratori che oggi ha esteso la cig a tutti gli 8.200 lavoratori di Taranto”.
 
 
“Il Governo deve far pagare tutti i danni fatti in questi due anni dalla multinazionale – continua – sia agli impianti, ad oggi fermi e che cadono a pezzi, che nei mancati investimenti ambientali che, senza alcuna ragione, ha sospeso da mesi. È ora di dire basta a posizioni equivoche o accondiscendenti nei confronti di ArcelorMittal che ogni volta alza sempre più l’asticella per farsi pagare per rimanere in Italia, adducendo periodicamente una scusa per non rispettare gli accordi sottoscritti”.
 
 
“Invece di dare due miliardi a chi vuole chiudere la più grande acciaieria europea e ricatta il nostro Paese – aggiunge – il Governo li destini per una legge speciale per la siderurgia italiana, per i pre pensionamenti e consentire l’uscita ai lavoratori che sono stati esposti all’amianto durante la loro vita lavorativa. Tutelare i lavoratori a rischio e non dare soldi a fondo perduto a chi vuole cannibalizzare il settore siderurgico italiano, portando fuori quote di mercato”.
 
“Nell’incontro che si terrà la prossima settimana – conclude – il Governo ci dovrà spiegare come intende rilanciare l’ex Ilva e il settore siderurgico italiano, attraverso la definizione di un piano serio e verificabile che garantisca l’ambiente e l’occupazione. Non c’è più tempo da perdere”.




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *