Papa Francesco farà testimoniare il confessore di Aldo Moro. Dopodomani l’arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico nel Regno Unito, sarà a palazzo San Macuto a Roma, per deporre davanti ai membri della commissione parlamentare d’inchiesta per il rapimento e l’assassinio dello statista di Maglie. Bergoglio ha dunque optato per la ricerca della verità, sciogliendo nel caso specifico dalla tutela di cui godono i diplomatici (un nunzio apostolico lo è) l’arcivescovo Mennini. Il prelato aveva 31 anni, all’epoca del caso Moro e secondo l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, lo confessò anche, durante il periodo di prigionia, i 55 giorni nelle mani dei terroristi. Insomma, se le affermazioni dell’ex capo dello Stato dovessero rivelarsi vere, una deposizione di Mennini sarebbe una svolta, forse decisiva, per capire con esattezza cosa accadde fra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 e magari capire anche qualcosa in più sugli eventuali mandanti del sequestro e l’assassinio dello statista.
Il 16 marzo saranno 37 anni dal rapimento di Moro (e l’assassinio dei cinque uomini di scorta: Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Oreste Leopardi e Raffaele Iozzino) in via Mario Fani a Roma. Il 9 maggio, 37 anni dall’uccisione dello statista, il cui corpo venne trovato nel bagagliaio di una Renault 4, nella capitale. La commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta da Gero Grassi, ha dato nuovo impulso alla ricerca della verità. Il papa ne ha dato uno forse decisivo.
