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Taranto: il sindaco, “esasperante gogna mediatica” Il caso del giornalista di Telenorba non ammesso a un incontro. Ma della staffista che si è dimessa, Melucci, quando parla?

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Il sindaco di Taranto, che ha negato l’accesso a un giornalista, ha spiegato in una comunicazione (che qui, e non solo qui, non è arrivata: letta altrove. Ormai abituati alle modalità di questa gestione della comunicazione al Comune di Taranto) il motivo della discussa decisione. “Esasperante gogna mediatica da parte di alcuni organi di stampa” e attacchi perfino personali, lamenta Rinaldo Melucci che dice di voler fornire ad Ordine dei giornalisti e sindacato le prove di quanto sostiene e di essere pronto alla tutela tramite le vie legali. Esatto: nel caso, ci sono le vie legali. La cacciata del giornalista no. È inaccettabile. Anche se Melucci l’ha vista come una maniera di ristabilire un clima corretto.

Infine, e proprio per correttezza e chiarezza: vista la sua comunicazione, che ne dice di farne anche un’altra, alla cittadinanza, per commentare la vicenda della staffista che si è dimessa (con inchiesta della procura per ipotesi di falso: una laurea dichiarata ma che forse non esiste) e che proprio i rapporti con la stampa, era chiamata a gestire? Facendolo, dal nostro punto di vista, pure maluccio? Ecco, per correttezza, il sindaco Melucci faccia sapere alla città di Taranto che stava per dare (circa) 51mila euro lordi annui per tre anni a Doriana Imbimbo: lui, Melucci, che ne pensa? Si sente tradito da una persona alla quale aveva dato un incarico pure fiduciario oppure lui sapeva come stavano le cose oppure è un problema inesistente oppure è colpa di quel cattivone di Persiani? Dica, Melucci, dica. Ha il dovere di dire.

Agostino Quero


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