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Siderurgico di Taranto: Arcelor Mittal chiede cassa integrazione per gli 8157 lavoratori Fim Cisl: strada a senso unico

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Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Fim Cisl:

«ArcelorMittal va avanti dritto per la sua strada. Una strada a senso unico, caratterizzata solo dal ricorso agli  ammortizzatori sociali».
Non usa mezzi termini il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, dopo l’odierno annuncio di ArcelorMittal del ripristino della Cassa integrazione ordinaria per le 8.157 unità in forza nello stabilimento di Taranto. «Una decisione calata dall’alto – aggiunge – alla vigilia dell’annunciata presentazione del piano industriale. ArcelorMittal continua a trincerarsi dietro gli ammortizzatori sociali, il governo deve intervenire subito, non può rimanere alla finestra o addirittura ancora al primo tempo. I lavoratori hanno bisogno di certezza nel futuro,il territorio di risposte che tardano ad arrivare. Gli annunci ripetuti da parte del governo, ormai, lasciano il tempo che trovano: bisogna accelerare – attacca Prisciano –  perché è necessario fornire le opportune risposte a tutti lavoratori. Risposte che, per noi, non possono continuare ad essere quelle degli ammortizzatori sociali. Qui c’è gente che vuol lavorare, salvaguardando la propria dignità».
La Fim Cisl, inoltre, ha più volte evidenziato anche ai commissari dell’amministrazione straordinaria Ilva ogni perplessità in materia di sicurezza e manutenzioni degli impianti.
«Anche nel corso dell’ultimo incontro con i commissari – spiega ancora Prisciano – abbiamo ribadito l’assenza delle manutenzioni programmate, ordinarie e straordinarie e l’assenza di eventuali programmi circa gli impianti fermi a partire dall’acciaieria 1. Per questa acciaieria, dicemmo ad ArcelorMittal di non svuotare le caldaie perché se dovesse verificarsi un problema all’acciaieria 2, la 1 non può ripartire subito perché ha le caldaie vuote. Non abbiamo poi notizie sull’altoforno 2 e l’ad Lucia Morselli il 25 maggio disse che si poteva riaccendere già dalla sera stessa. E anche questo non è possibile».
La Fim Cisl, che per domani, ha confermato lo sciopero di 24 ore nei reparti Ima Est e Ovest (poiché l’azienda non ha mostrato alcuna disponibilità a ridurre il numero dei lavoratori da collocare in Cassa Integrazione)ha evidenziato anche le anomalie ad una gru ad uno sporgente portuale, la CM3 bis, che presenta un problema di rumorosità nella traslazione del braccio. «Senza trascurare – conclude il segretario Fim Cisl – che ad agosto 2020 scadono le certificazioni del tubifici».




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