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Taranto, concertone: Fsp polizia di Stato contesta le affermazioni di no Tap e no Tav Sindacato: i poliziotti, che nei momenti critici "sono quelli che si prendono le molotov, le bombe carta, le pietre, gli sputi, le bastonate, le sprangate"

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Di seguito un comunicato diffuso da Giuseppe Fabio Dimonte, responsabile regionale del sindacato Fsp polizia di Stato per la Puglia:

 

Questa Segreteria Regionale FSP – Polizia di Stato – già UGL Polizia di Stato esprime apprezzamento per il personale delle Forze dell’Ordine come sempre impegnate a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica. Come è accaduto nel corso dell’appuntamento ormai consolidato a Taranto del “concertone” per celebrare il 1° maggio che si è concluso senza alcuna criticità. Quasi 300 gli uomini e le donne impiegate, provenienti anche da altre provincie quali Bari, Brindisi e Potenza che si sono avvicendati durante il corso di tutta la giornata dedicata alla festa del lavoro concludendo il servizio oltre le tre di notte. Dimostrazione del fatto che il servizio presente e discreto ha fatto sì che in tanti, tantissimi potessero assistere ad uno spettacolo dove la musica è stata la vera protagonista. Ma anche tanti temi cari a tutti i cittadini e agli stessi operatori della Polizia di Stato, come la lotta allo sfruttamento sui luoghi di lavoro, la sicurezza, l’immigrazione ed i femminicidi. Temi sui quali siamo chiamati ad intervenire “sul campo” e a confrontarci purtroppo quasi ogni giorno. Ma il 1° maggio a Taranto ha dato una importante e piena dimostrazione di come la “sicurezza pubblica” e la “sicurezza urbana partecipata” siano la migliore ricetta per organizzare un evento che richiama migliaia e migliaia di persone provenienti anche da fuori provincia e regione, perché tutto si svolga nel migliore dei modi. Confronto, dialogo, collaborazione, partecipazione, unità di intenti sono state la vera garanzia perché tutto si svolgesse al meglio. Il servizio di ordine e sicurezza pubblica da un parte ed il privato dall’altra, hanno saputo dare dimostrazione di armonia perché l’evento si svolgesse in serenità e tranquillità. Quando ad una manifestazione partecipano adulti e bambini, famiglie e ragazzi vuol dire che la macchina organizzativa è andata tutta verso la stessa direzione, la riuscita pacifica della spettacolo. Tutti si sono divertiti e sono tornati a casa più arricchiti. Tutti, Forze dell’Ordine comprese. Gli uomini e le donne in divisa che hanno servito la città ed i cittadini perché potessero godere della festa. La Festa dei lavoratori, un giorno di riposo e di festività per tutti coloro che quotidianamente svolgono un impiego, dal più piccolo al più grande e costituisce quindi non solo un giorno in cui riposarsi, ma anche in cui ricordare. Purtroppo dobbiamo registrare che se da un lato tutto si è svolto correttamente, non altrettanto può dirsi per chi, facendosi forte di un microfono, di un grande palco, della presenza di numerosi giornalisti e di migliaia di partecipanti, ha volutamente denigrato il lavoro di chi era lì ed è lì, sulle strade, ogni giorno ed ogni notte, per tutelare il bene comune. Non si può incitare alla violenza contro la Polizia in un momento dove proprio nella giornata del “lavoro” e “dei lavoratori” anche noi poliziotti e poliziotte paghiamo pesanti tributi di morti ed infortuni sul lavoro. Lo sviluppo economico e sociale di un paese passa prima ancora che dalla legalità e dalla sicurezza, dal buon senso di ogni cittadino per il rispetto del bene comune. Di fatto, sono stati davvero l’unica “nota” stonata, in una giornata di musica, divertimento e riflessione su temi importanti per ognuno di noi, cittadini e uomini in divisa. Proprio quei movimenti che si “proclamano a tutela dei territori” come possono augurare “un incidente” a qualcuno, soprattutto se la auspicano ad un uomo in divisa?

Ci aspettiamo che gli organizzatori prendano seriamente le distanze da queste affermazioni, proprio per tutelare la propria immagine e la propria dignità. Apprezziamo e ringraziamo S.E. il Sig. Prefetto Cafagna che ha espresso parole di condanna verso chi ha volutamente denigrato il lavoro di coloro che “servono” lo Stato e che sono al servizio dei cittadini. Come O.S. ci occorre precisare, a tutela dei tanti colleghi che espletano servizio presso i Reparti Mobili che spesso questi uomini hanno un gravoso e difficile compito quello di essere il “muro” di chi protesta, la valvola di sfogo dei violenti e dei facinorosi, sono quelli che si prendono le molotov, le bombe carta, le pietre, gli sputi, le bastonate, le sprangate. Insomma quelli che stanno in prima linea. E proprio per le loro particolari caratteristiche li candidano ad essere in prima linea anche nelle grandi emergenze. Sono loro che stanno lì a proteggere le vostre case quando i terremoti li spazzano via, e stanno sempre lì a proteggervi mente tutto intorno trema e molti ne approfittano per rubarvi le cose più care o gli unici ricordi rimasti dopo la devastazione. E li trovate sempre lì allo stadio a prendersi cura di chi vuole godere della partita senza trovarsi in mezzo ai teppisti. Noi vogliamo ricordare sempre che dietro una divisa c’è sempre un Uomo, con la sua dignità di uomo e lavoratore, un uomo che la divisa la vede come un dovere e non solo come un lavoro.




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