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Conferenza mondiale sul clima, “Michele Emiliano ha perso una grande occasione” Le critiche di un geologo al governatore della Puglia e al suo intervento a Parigi

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CV3h5ivWcAAsYOoIeri a Parigi è stato approvato all’unanimità l’accordo, definito storico, per la tutela del pianeta. La conferenza mondiale sul clima si chiude con degli impegni presi dai circa duecento Paesi partecipanti. Tutto il mondo, per l’appunto. Ci sono delle perplessità, ci sono dei motivi di concreta speranza, in quel documento. Ai lavori della conferenza di Parigi nei giorni scorsi prese parte Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, il cui intervento è oggettivamente da considerarsi di grande interesse: la prospettiva di trasformare l’alimentazione delle grandi industrie inquinanti, vedi Ilva di Taranto e centrale di Cerano, da carbone a gas è un obiettivo estremamente ambizioso. Secondo Rosa D’Amato (eurodeputata M5S) proprio irrealizzabile, se all’Ilva ci sono molto a malapena i soldi per pagare gli stipendi. Ma Emiliano dice: ho il dovere di pensare al futuro di questa regione. Al governatore della Puglia non risparmia una critica il geologo Francesco Magno. Di seguito il suo intervento:
Il Presidente Emiliano, nell’intervento fatto a Parigi e nell’ambito della Cop 21, di fronte all’attenta presenza di tutti i Media mondiali, ha perso la grande occasione di evidenziare i progressi della Puglia nell’ambito delle “energie rinnovabili”, che la pongono ai primo posti fra le regioni italiane, focalizzando solo le negatività presenti (Enel-Cerano, ILVA, Versalis) e proponendo interventi solo di “facciata” e poco razionali, pur riconoscendo la buona volontà di demonizzare il “carbone” ed evidenziare i benefici ambientali connessi.
Bene avrebbe fatto il Presidente Emiliano a riportare che la Puglia ha circa il 38-40% di energia prodotta da “fonti rinnovabili” e che la programmazione regionale, con gli strumenti adottati (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale-PPTR e Piano Energetico Regionale–PER), permette di raddoppiare l’incidenza della produzione energetica da solare, solare termodi-namico, da eolico, dalle biomasse, dal moto ondoso, dalla geotermia a bassa entalpia, ecc.
Le “Linee guida sulla progettazione e realizzazione degli impianti energetici da fonti rinnovabili”, ove opportunamente sostenute da incentivi pubblici nella programmazione 2014-2020, permettono alla Puglia di qualificarsi ulteriormente dal punto di vista turistico, della qualità dell’aria, della vivibilità.
Tale programmazione è in grado, se saggiamente attivata, di portare alla naturale e graduale (secondo le norme vigenti) “scomparsa” delle aziende che lo stesso Emiliano riporta quali “ILVA ed ENEL che hanno conseguenze pesanti su salute ed ambiente”.
Tale forte affermazione è in vivace contratto con le recenti azioni della stessa Regione che nella precedente giunta a maggioranza del PD e con Emiliano segretario regionale, ha ritenuto opportuno:
non costituirsi parte civile nel processo della dispersione del carbone a Brindisi;
non permettere che su Torchiarolo fosse attivata la procedura di Valutazione Ambien-tale Strategica (VAS);
richiedere al Consiglio di Stato ed al TAR, in merito al ricorso dell’allora Sindaco Del Coco di Torchiarolo di effettuare la VAS, anche in funzione della presenza della centrale di Enel Cerano a 7 Km dal paese, che fosse ammesso, ad adiuvandum, anche il ricorso di ENEL alla richiesta di VAS;
di non chiedere approfondimenti in merito alla valutazione che ENEL fa della propria incidenza sulle PM 10 registrate nella centralina di Torchiarolo, per un irrisorio 0,76% sul totale.
Tali azioni amministrative appaiono, senza commenti, del tutto in contrasto con l’affermazione riportata dal Presidente secondo la quale l’ENEL induce “conseguenze pesanti su salute ed ambiente”.
Credo che anche il Presidente abbia inteso che la proposta della riconversione a metano per la centrale ENEL di Cerano sia del tutto irrazionale con il mercato attuale dell’energia ed allo stesso, evidentemente sfugge, che anche con una riconversione a metano la centrale produrrebbe ancora circa 4,6-4,8 Mt di CO2, 1.480-1.500 t di Nox, 52-53 t di CO e PTS; del resto la centrale a metano e gas di sintesi di ENIPOWER della potenza di 1321 Mw immette in atmosfera 2,3 Mt di CO2, 740 t di NOx, 26 t di CO e polveri.
Quindi la proposta del Presidente è, inoltre, in netto contrasto con il progetto comunitario e mondiale relativo alla “carbon footprint” e quindi sulla riduzione della CO2 in atmosfera e, congiuntamente in forte contrasto sia con la “Roadmap on Resource Efficiency” e con con il “7° Programma di Azione Ambientale” della Comunità Europea; solo l’ulteriore attivazione delle “energie rinnovabili” permette la concreta attivazione della “carbon footprint” e quindi la riduzione della CO2.
Passi che TAP costituisce un elemento strutturale strategico per la politica di approv-vigionamento energetico dell’Italia, ma non può passare l’attenzione politico/ambientale del terminale della condotta TAP che, qualunque sia il tracciato (Melendugno e/o Zona industriale di Brindisi) vede interessata la sottostazione di Contrada Pignicedda/Conella, posta a 500 m. in linea d’aria dal Quartiere S. Elia di Brindisi.
E’ necessario rammentare che tale “sottostazione” costituisce già oggi un “punto sensibile” all’inquinamento atmosferico in quanto è sede dell’arrivo di 2 metanodotti da Palagiano, uno del diametro di 18’’pollici da S. Vito dei Normanni ed uno da 42’’ da Mesagne e dalla partenza di 4 metanodotti di cui 2 per la zona industriale di Brindisi ed i restanti per le tratte Brindisi-Maglie e Brindisi-Arnesano; ben 6 metanodotti in un’area ristretta e priva di monitoraggio per le c.d. “emissioni fuggitive” e posta in prossimità di un quartiere popoloso quale è S. Elia.
A ciò si aggiunga l’arrivo del metanodotto della TAP, di ben 56’’ di diametro, così come rilevato dalla planimetria della stessa Snam Rete Gas, allegata alla richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il tracciato Melendugno-Brindisi.
E dove arriverà il metanodotto “Poseidon”, ad oggi autorizzato solo per l’approdo ad Otranto, se non nella stessa sottostazione di Brindisi?
A regime, ben 35-40 miliardi di metri cubi di gas naturale che in un anno transiteranno a poca distanza dalla abitazioni di S. Elia e con una perdita di “emissioni fuggitive” che, considerate ottimisticamente nell’ordine del 3-4 %, portano a quantitativi di perdite superiori ad oltre un miliardo di gas naturale che contiene elementi in tracce estremamente pericolose per l’ambiente e per la salute dei cittadini (solfuro di idrogeno, mercurio, ecc.).
In definitiva, pensi il Presidente Emiliano, ad attivare gli strumenti normativi che diligentemente la Regione ha prodotto (PPTR-PEAR) ed eviti di fare populismo di facciata e, ancor più, di connettere i problemi della politica e/o della geo-politica, con i reali problemi ambientali esistenti.
I gravi problemi ambientali hanno bisogno di una programmazione di interventi non apodittica ed a totale garanzia della salute pubblica e della riduzione dell’impronta ecologica di almeno i 3 siti di interesse nazionale SIN (Brindisi, Taranto e Manfredonia); ciò confermerà al Presidente Emiliano la fiducia ad esso ascritta.


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