Semat sud, azienda dell’indotto ex Ilva, ha dato l’annuncio ieri pomeriggio alle organizzazioni sindacali. Il 15 dicembre cesserà l’attività, con il licenziamento collettivo di 220 lavoratori. Tutti a casa.
Un lavoratore, impegnato nel sindacato, parla al cronista di come finisca tutto, senza prospettiva, dopo decenni di lavoro, di salute sacrificata, di colleghi che ci hanno rimesso la vita. E ora, anziché un miglioramento delle condizioni, il nulla. A dieci giorni da Natale.
Secondo le segreterie sindacali si tratta del primo effetto del piano “corto” che il ministro Urso ha presentato nelle scorse settimane e che le organizzazioni dei lavoratori ritengono inaccettabile perché senza prospettiva. Cioè, questo è solo l’inizio. I sindacati chiedono, una volta ancora, che venga subito convocato un tavolo a Palazzo Chigi perché la crisi della più importante industria italiana sia affrontata direttamente dalla presidente del Consiglio, con una sterzata netta rispetto agli ultimi mesi.
In serata è scattata la mobilitazione sindacale per la questione ex Ilva con i presìdi sulle strade statali, analogamente a quanto avvenuto a Genova dove gli operai hanno bloccato l’aeroporto.
Al link di seguito le interviste che Luciano Manna, Veraleaks, ha realizzato con alcuni responsabili sindacali al presidio sulla statale 100:
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