Di seguito un comunicato diffuso dal coordinamento nazionale docenti delle discipline dei diritti umani:
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende rendere omaggio alla memoria di Maria Chindamo, imprenditrice calabrese, donna libera e coraggiosa, vittima di mafia e di femminicidio, nel giorno in cui ricorre il nono anniversario dalla sua tragica scomparsa.
Il 6 maggio 2016, in località Montalto di Limbadi (VV), Maria veniva strappata alla vita in un agguato brutale e disumano, vittima di una violenza efferata che intreccia i fili oscuri della ‘ndrangheta e di un feroce patriarcato. Una donna determinata, madre di tre figli, che aveva scelto di non piegarsi, di non rinunciare alla propria indipendenza e alla dignità. Per questo, per aver detto “no” a un destino già scritto, ha pagato con la vita.
Proprio lì, dove fu ritrovata la sua auto abbandonata, simbolo silenzioso di un’assenza diventata ferita collettiva, verrà inaugurato uno spazio-giardino della memoria, un luogo di bellezza e rinascita, progettato dagli studenti degli Istituti di istruzione superiore di Vibo Valentia, testimoni vivi e presenti di una memoria attiva e resistente.
Il Coordinamento si unisce con profondo rispetto alla famiglia Chindamo, e in particolare al fratello Vincenzo, custode instancabile della verità e della giustizia, e ai figli Vincenzino, Federica e Letizia, che portano avanti ogni giorno la luce e l’esempio della loro straordinaria madre.
Ricordare Maria oggi significa ribadire il nostro rifiuto verso ogni forma di sopraffazione, significa trasformare la memoria in impegno, la tragedia in educazione civica e consapevolezza. Le scuole, i docenti e gli studenti che ogni anno la ricordano sono la testimonianza che la sua voce non è stata silenziata: continua a parlare tra le foglie dei kiwi e degli ulivi della sua terra, tra i banchi delle aule, tra i passi di chi, come lei, crede nella libertà, nella legalità e nella giustizia.
Oggi più che mai, mentre il processo per la sua uccisione si trascina con lentezze inaccettabili e molte verità devono ancora emergere, il nostro dovere è tenere viva la fiamma della memoria e della denuncia.
Maria Chindamo è e sarà sempre un simbolo di resistenza civile.