Di seguito un comunicato diffuso dall’Università del Salento:
Nelle giornate del 7 e 8 ottobre 2022, ESAC – Euromediterranean Seascapes Archeology Center ha condotto un intervento di recupero di alcuni reperti archeologici metallici ad alto rischio di trafugamento, individuati sui bassi fondali a nord di Brindisi in località Punta Penne e pertinenti all’armamento di un relitto spiaggiato di età moderna, presumibilmente cinque-seicentesco.
L’ESAC, Centro Euromediterraneo per l’Archeologia dei Paesaggi costieri e subacquei, ha come propri ambiti di interesse la ricerca e catalogazione, la conservazione e il restauro, la formazione, la divulgazione e comunicazione, la progettazione internazionale, la valorizzazione e fruizione e, in genere, l’incentivazione di politiche culturali per il patrimonio sommerso e la blue economy. La governance del Centro scaturisce da un accordo tra il Dipartimento Turismo Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio di Regione Puglia, le Università di Foggia, Bari e del Salento e la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo in un processo partecipato di conoscenza e valorizzazione del patrimonio attraverso progetti e misure concrete.
L’intervento ha visto la partecipazione del personale della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo e dell’Università del Salento, e il generoso supporto del 1° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera, di stanza a San Benedetto del Tronto, grazie a un accordo di cooperazione tra il Dipartimento di Beni Culturali UniSalento e la Direzione Marittima di Bari. Il Nucleo, istituito fin dal 1995, si occupa, tra le altre cose, di conservazione e tutela dell’ambiente marino e del patrimonio archeologico sommerso nell’Adriatico e nello Ionio, nonché di importanti operazioni di soccorso e salvaguardia della vita umana in mare. Inoltre ha partecipato alle operazioni il Reparto Operativo Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Bari.

Tra i reperti recuperati, di particolare rilievo appaiono due falconetti, due anelli metallici, due mascoli da retrocarica, un elemento curvo a uncino e alcune concrezioni metalliche identificabili come altre armi da fuoco, che sono stati ricoverati temporaneamente presso il Museo Archeologico “Ribezzo” del Polo Biblio-Museale di Brindisi, a cui ESAC afferisce, e che saranno prossimamente sottoposti a un intervento di conservazione e restauro, assieme ad altri mascoli custoditi presso il Museo, recuperati nella medesima area già negli anni ’80 e con ogni probabilità pertinenti allo stesso relitto.
Il successo di questa prima esperienza e la proficua sinergia con cui i partner dell’ESAC hanno operato ha fatto intravedere il grande potenziale del Centro in una visione organica che comprenda tutta la filiera del patrimonio, dalla ricerca alla valorizzazione e alla piena accessibilità, che deve riguardare anche beni apparentemente “lontani” e “invisibili” come quelli sommersi.











