Nato a Napoli nel 1946, Tarantino di adozione per amore Pasquale Abete è stato un artista che ha donato alla città dei due mari opere cariche di bellezza ed eleganza.
Abete è venuto a mancare un mese fa, ma il suo ricordo è forte, soprattutto per i lavori che ha lasciato e l’eredità di bellezza che ha saputo infondere a tutti i suoi studenti (che lo amavano particolarmente anche per il suo essere sempre disponibile), oltre che alla sua famiglia (figlia e nipote hanno la stessa vena artistica). diplomato all’Accademia di belle arti di Napoli, ha subito esordito come artista ed insegnante di educazione artistica.Ha avuto per 30 anni la galleria d’arte “Il Faro” in via Acclavio, rinomata è conosciuta in tutta Taranto (una delle prime gallerie d’arte in città), nella quale ha ospitato artisti italiani e stranieri.
Ha lui stesso esposto le proprie opere in diverse gallerie d’arte.
Ha usato varie tecniche ma la sua preferita erano gli acquerelli, con cui ha ritratto volti ma soprattutto paesaggi.
Era molto amato dai suoi alunni.
È stato anche un grande sportivo e campione italiano di canottaggio.
Il ricordo dello scrittore Rolando Vernaglione:
“Non è facile racchiudere in poche parole più di quarant’anni di amicizia. Eravamo ragazzi pieni di entusiasmo e di voglia di mordere la vita. Tu eri già un professionista stimato, un gallerista affermato è conosciuto in città. La tua galleria d’arte “Il farò” credo che negli anni ‘80 fosse la più importante in città. Io ero un timido laureato in filosofia con la voglia di scrivere poesie. Ricordo che sei stato il mio primo lettore, la persona che mi ha stimolato a continuare a scrivere. Il mio primissimo libretto di poesie fu illustrato da te. Sei uno straordinario acquarellista (chi è del mestiere sa che la tecnica è difficile), ma sei soprattutto una persona adorabile sotto il profilo umano: generoso, sincero, umile. Mi hai onorato, rallegrato, arricchito con la tua amicizia e questo è stato per me molto bello. Credo, sono sicuro è stato godi per tutte le persone che hanno avuto, come me, questo privilegio. La tua è stata un’amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità, di appassionata condivisione, di serietà, di un affetto schietto e senza inutili fronzoli. Insomma è stata amicizia: così io l’ho vissuta, così la terrò con me”.