Di Francesco Santoro:
Un palloncino a elio in giro per il mondo. “Luisa 4” (così è stato battezzato) è stato liberato nel cielo di Monteiasi (Taranto) sabato 6 marzo alle 10.38 dall’ingegnere aerospaziale Roberto Pietrafesa e in diciassette giorni ha percorso poco più di 30mila chilometri volando a un’altezza di circa 10mila metri. «Luisa è il nome di mia madre e lo stesso che ho scelto di dare al mio progetto, unico in Italia: lanciare un pallone come quello delle feste patronali», dotato di «un trasmettitore di posizione che rendesse possibile seguirne il volo, sospinto dalla sola forza naturale del vento», spiega Pietrafesa sul sito progettoluisa.com.
Il pallone, che oltre all’Italia ha sorvolato Albania, Grecia, Turchia, Iran, Armenia, Azerbaigian, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Repubblica autonoma di Naxçıvan, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti, Canada, Groenlandia, Norvegia e Finlandia, è pressoché identico a quelli che «si possono acquistare sulle bancarelle» ed è composto da polietilene tereftalato, «più noto col nome commerciale di Mylar, una resina termoplastica della famiglia dei poliesteri, in forma amorfa (trasparente)- si legge nel portale dedicato a “Luisa”-. Ha un diametro di 36 pollici, circa 91 centimetri, e quando è gonfio ha la forma di uno sferoide oblato, proprio come la terra ma con uno schiacciamento ai poli molto più marcato. Completamente gonfio ha un volume di circa 170 litri».