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Questa è una via crucis Malattia e indifferenza, il Venerdì Santo di un anziano. Pugliese ma potrebbe essere successo ovunque

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E ora ve lo dico io, cos’è una via crucis.

Ci sono quelle delle tragedie planetarie, ci sono quelle dei drammi personali.

Compleanno di un 81enne, in questo giorno di Venerdì Santo.

L’81enne: uno che in gioventù ha fatto e strafatto, ha sperperato e ha ecceduto. Ha problemi serissimi di rapporti con la famiglia.

Ma, senza voler stare a giudicare comportamenti e legami (o liti) altrui, oggi è un anziano sofferente nel fisico. Non poco. Cammina col bastone ed è in una condizione generale di grave difficoltà.

Il tragitto per tornare a casa, come le stazioni della via crucis: è stato fatto di impossibilità di attraversare sulle strisce, da invalido, perché quasi tutte le strisce pedonali di quel non breve tratto di strada dal centro a casa, erano occupate da automobili. È stato fatto di quei pantaloni da tirare sempre su perché col bottone rotto, se nessuno lo ripara chissà da quanto tempo, è un problema. Ed è stato fatto della necessità di chiedere ospitalità in un portone che si stava aprendo, per rassettare quel vestiario malmesso. È stato fatto di un equilibrio quasi inesistente perché il bastone non regge quel corpo e, senza l’attenzione di un’altra persona (ammesso che basti) le cadute sono più di una. È stato fatto di considerazioni sul teatro della vita, ne sei stato protagonista e ora la vita ti ha messo a terra. Con amicizie sparite, tutte o quasi. Vuoi per il passato e vuoi, anche, perché ora non ci si diverte più, con quel malandato. Quell’anziano. No, quel vecchio. 

Ecco, questa può essere una via crucis, faticosissima, in una delle nostre città, ai nostri giorni. Malattia e indifferenza, chissà quanti, quantissimi, portano questa croce ogni minuto, li abbiamo accanto e manco ce ne accorgiamo. 

Finita la via crucis, l’arrivo a casa del vecchio malandato, trascurato da se stesso e solo è l’arrivo in un ambiente che si fa fatica perfino a descrivere. E l’unico posto in cui si vorrebbe stare, è dentro una lavatrice con.l’acqua a temperatura da sterilizzarsi.

Al padreterno che a questa via crucis mi ha fatto assistere, portandomi ad accompagnare quel vecchio fino a casa la sera di Venerdì Santo, a quel padreterno dovrei dire grazie. Per avermi aperto gli occhi, quegli occhi con cui spesso fatico pure a vedere una bella femmina. Ma ci vuole anche una gran forza, per dire grazie a quel padreterno e non, invece, ma che stai combinando con queste sofferenze che vengono vissute quaggiù. Papà, tu che stai lassù vaglielo a dire dai.

Agostino Quero


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