Dopo il ct “barese”, via anche chi lo aveva assunto. Carlo Tavecchio si è dimesso, rimettendo il mandato di presidente nella seduta odierna del consiglio Figc. Ha anche chiesto a tutti gli altri consiglieri della federcalcio, di dimettersi. Fra essi, il pugliese Gabriele Gravina (64enne di Castellaneta) presidente della legapro, aveva sfilato la serie C dell’appoggio a Tavecchio. Ora le macerie del calcio italiano sono al completo, dopo il disastro della mancata qualificazione ai mondiali 2018. Prossimo presidente, tre mesi di tempo per le elezioni (teoricamente, potrebbe riprovarci Tavecchio ma gli antagonisti Albertini e Abodi scaldano i motori, di sicuro. E chissà chi altro).
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha convocato per mercoledì pomeriggio una riunione straordinaria della giunta. Unica strada percorribile al momento, il commissariamento della federcalcio.
Tavecchio ha parlato di sciacallaggio politico, all’origine dello sfaldamento del consenso nei suoi riguardi. Si è pure sfilata, infine, la lega nazionale dilettanti, capeggiata dal senatore irpino (da nove anni: gruppo Forza Italia) Cosimo Sibilia e un giornale online avellinese titola “Tavecchio out, Cosimo Sibilia dentro?” a testimonianza di ciò che succede al vertice del calcio italiano.
Prossimo ct, in queste condizioni nell’immediato potrebbe essere il turno del traghettatore Luigi Di Biagio, un passato da calciatore nel meraviglioso Foggia.
E il portiere della nazionale, Gianluigi Buffon, ha confermato il ritiro a fine stagiobe.
