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Coste, disegno di legge della Regione Puglia: contrarie organizzazioni di geologi e urbanisti Sigea-Inu

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Di seguito un comunicato diffuso da Sigea:

“In merito allo “schema di disegno di legge” sul demanio costiero della Regione Puglia presentato il 16 maggio 2025, la SIGEA-APS Società Italiana di Geologia Ambientale e l’INU, Istituto Nazionale di Urbanistica sezione Puglia, esprimono la loro contrarietà, fondata su diverse ragioni.

Innanzi tutto, si ritiene che la sostituzione della legge regionale 17/2015 quale quella proposta, che appare del tutto sostanziale, debba necessariamente sottostare a un confronto con tutti i portatori di interesse del territorio. Inoltre, tale proposta giunge in una fase in cui, dopo aver riscontrato ritardi nell’attuazione del Piano regionale delle Coste, era lecito attendersi misure volte ad accelerare tale processo, che deve essere completato da tutti i Comuni interessati, con l’approvazione dei Piani Comunali delle Coste e l’individuazione, tra l’altro, di quel 40 per cento concedibile nei termini di legge.

 

Si sottolinea come portare l’iter di pianificazione a gravare prevalentemente sui Comuni appaia un rimedio peggiore del male, dato che la bozza stessa parte dall’assunto di un vistoso ritardo dei Comuni nell’adempiere alla redazione del Piano Comunale delle Coste. Ammesso che ciò diventi possibile, pur avendo nella concretezza constatato le difficoltà degli uffici comunali, si andrebbe incontro a una pianificazione eterogenea nei principi e nelle interpretazioni, col risultato di aver caricato di oneri maggiori sia i Comuni, per la nuova pianificazione, sia gli Enti sovraordinati, con nuove e ulteriori necessità di monitoraggio non più del Piano Regionale ma anche di una miriade di piani tra loro indipendenti e non coordinati; in pratica un significativo peggioramento e sovraccarico di lavoro sia per i Comuni che per la Regione.

Peraltro, ben sappiamo invece che la formazione e le dinamiche del sistema costiero non rispondono certo ai confini amministrativi ma sono parte di un ecosistema ambientale e paesaggistico complesso la cui tutela e salvaguardia non può che avvenire a livello sovra comunale. Per questo è necessario una pianificazione di livello regionale, in modo da assicurare la visione di insieme, la gestione coordinata e sostenibile e il contemperamento dei diversi interessi che insistono sulle nostre coste”. Lo ha dichiarato Vincenzo Iurilli, Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale sezione Puglia.

 

La pianificazione deve svilupparsi tenendo conto in maniera esaustiva e lungimirante di tutte le componenti fisiche, economiche, ecologiche e sociali del territorio.

 

“La totale derubricazione dei divieti di cui all’art. 14 della LR 17/2015, insieme alla scomparsa di ogni riferimento al Piano Regionale delle Coste, rendono di fatto difficilmente applicabile anche il ricorso allo strumento, pure condivisibile, della conferenza di copianificazione, perché la priva di criteri guida da utilizzare per la valutazione delle proposte. Né ciò appare colmabile con il riferimento al Quadro di Assetto del Demanio costiero citato all’art.3, che ottimisticamente si ritiene di approvare entro i 90 gg successivi all’approvazione della legge. Sarebbe invece auspicabile un confronto sui contenuti di questo documento, da costruirsi con il supporto di enti e associazioni di rilievo scientifico, e tale da costituire un supporto, questo sì, in termini di dati e conoscenze scientifiche, ai Comuni per le loro pianificazioni locali.

 

In pratica questa proposta, più che semplificare, pare gravare i Comuni di maggiori oneri propedeutici all’approvazione del Piano Comunale delle Coste. Ai sensi dell’art. 16, i Comuni devono: individuare, perimetrare e tipizzare, in base alla morfologia, le aree di costa e i prospicienti specchi acquei destinati alla balneazione; redigere e approvare uno o più regolamenti per la disciplina degli interventi edilizi sul demanio, disciplinando aree già pianificate nella pianificazione urbanistica comunale; inoltre, devono redigere ed approvare un Programma di Manutenzione della Costa, i cui esiti possono essere molto pericolosi (trattando di un bene pubblico cosi delicato e fragile) se non se ne delineano a priori principi e regole di tutela, coerenti per tutti i comuni costieri a scala regionale.

 

In aggiunta alla ferma opposizione che esprimiamo rispetto ad un disegno di legge che non è stato sufficientemente discusso e condiviso con tutti i soggetti interessati – ha continuato Iurilli –  si ritiene necessario evidenziare che, alla luce delle criticità rilevate in oltre un decennio trascorso, sarebbe necessario integrare la legge vigente con ulteriori approfondimenti sulle dinamiche geomorfologiche dell’ambiente costiero, visto con le sue non trascurabili interazioni con i processi che interessano l’ambiente retrocostiero e alla luce di scenari di evoluzione del clima, che devono essere aggiornati e orientati alla massima cautela per il futuro, onde evitare di avviare una pianificazione obsoleta e poco lungimirante. I territori costieri sono l’esito di interazione tra il moto ondoso, la conformazione geomorfologica della stessa costa, gli apporti solidi e le dinamiche di trasformazione insediativa e socioeconomiche del territorio retrostante che occorre affrontare congiuntamente e sinergicamente.

 

Inoltre, presso la maggior parte dei Comuni non ci sono ancora le professionalità che consentano un’applicazione oculata di linee guida regionali che favoriscono il contenimento dell’erosione e la conservazione di specie faunistiche di rilievo. Nello specifico: le Linee Guida della Regione Puglia approvate con D.G.R. n. 822 del 06/06/2022 dal titolo “Linee Guida per la gestione delle Biomasse Vegetali Spiaggiate” e le “Linee guida per la manutenzione stagionale delle spiagge” di cui alla D.G.R. n. 906/2021 con particolare riferimento agli accorgimenti necessari per non compromettere la nidificazione e schiusa delle uova delle specie protette Caretta-Caretta e Fratino (Charadrius alexandrinus).

 

La pianificazione deve svilupparsi tenendo conto in maniera esaustiva e lungimirante di tutte le componenti fisiche, economiche, ecologiche e sociali del territorio e, soprattutto, deve mettere a fuoco una visione futura del sistema costiero, da adottare con valide e condivise ragioni e dopo valutazioni approfondite. In mancanza di ciò si va incontro a una conflittualità anche interna al sistema pianificatorio stesso, con una visione di scenari futuri discordanti a scala locale, anche tra tratti di costa contigui in cui la pianificazione può dipendere da due Comuni che agiscono indipendentemente.

 

Pertanto, si ritiene necessario ritirare la proposta avanzata il 16 maggio u.s. e, in sua vece, avanzare la proposta di aggiornare la legge vigente con approfondimenti e con una migliore integrazione sia con gli obiettivi di tutela e gestione sostenibile già espressi dalla pianificazione paesaggistica, che con intenti di prevenzione degli effetti dell’evoluzione dell’ecosistema costiero sotto un clima in cambiamento, da condividere con tutti i soggetti economici e sociali interessati, in un tempo congruo e adeguato per comprendere opportunità e rischi dei cambiamenti proposti”.

(foto: repertorio, non strettamente connessa alla notizia)

 


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