Eurospin

rendimentogold

basilepiccolo

Inprimis la tua agenda digitale


#Weekhero/Nella lotta alla violenza sulle donne è necessario anche mettersi “dalla parte del lupo”. Intervista alla dott.ssa Anna Coppola De Vanna del C.R.I.S.I. di Bari Ogni sabato alla ricerca di un eroe che ci ricordi che a volte un atto eroico consiste semplicemente in un cambio di prospettiva.

dalla parte del lupo

di Angela Maria Centrone

Il dubbio è che urlare “non una di meno” non basti. Probabilmente bisognerebbe incentivare delle azioni più capillari, che vadano a sanare il problema alla radice. Forse analizzare e catalogare certi comportamenti violenti potrebbe salvare la vita di molte donne, ma anche le esistenze di tanti uomini. Cercare di aiutare gli uomini maltrattanti è l’azione più eroica che si possa fare oggigiorno.

Lo scorso 25 novembre in tutta Italia, e nel mondo, sono state moltissime le manifestazioni a supporto della lotta alla violenza sulle donne, che nel nostro Paese vede dei numeri da bollettino di guerra: si contano circa 92 vittime di femminicidio nell’ultimo anno. Senza contare i casi tuttora avvolti nel mistero, nei quali si registra solo una scomparsa, che però spesso nasconde il peggiore dei destini.

Nella maggioranza delle volte, questi atroci delitti vengono consumati fra le mura domestiche, nell’ambito familiare, e per questo il dato è ancor più allarmante. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Anna Coppola De Vanna, presidente del C.R.I.S.I. (Centro Ricerche ed Interventi Stress Interpersonale) di Bari, la quale, occupandosi da anni di mediazione familiare, con il supporto di collaboratori e volontari ha creato una delle prime esperienze di sportello di ascolto per uomini maltrattanti in Puglia, denominandolo appunto “Dalla parte del lupo”, come una sua pubblicazione omonima risalente già al 1980.

Purtroppo la dott.ssa ci conferma che la tematica è ancora considerata un tabù, perché se a sostegno delle donne ormai esiste una rete attiva ed efficiente – costituita dalla famiglia di origine, i centri anti-violenza, i medici di base, gli ospedali, le forze dell’ordine ed i tribunali -, un ausilio organizzato e indirizzato agli uomini colpevoli di abusi è pressoché inesistente. Eppure, come ci spiega la dott.ssa Coppola, è proprio questa la falla nel sistema, poiché, utilizzando la metafora del lupo, certamente la soluzione non può essere né rinchiudere le pecorelle né ammazzare il lupo. Bisogna capire cosa risveglia l’istinto violento e fare in modo di domarlo. Solo così avremo un futuro senza lupi. Perché, come testimoniano le esperienze raccolte dalla dott.ssa, chi subisce o è testimone di abusi durante l’infanzia tende a reiterare questi comportamenti nell’età adulta. La serenità familiare, gli insegnamenti impartiti e l’educazione dei sentimenti rappresentano passaggi cruciali nella crescita dei figli, a prescindere dal tipo di nucleo di appartenenza.scarpette rosse 1 01

Abbiamo domandato alla dott.ssa Coppola quali potrebbero essere le azioni concrete da mettere in atto, anche da parte delle istituzioni, e lei ci ha indicato, oltre agli sportelli di ascolto, l’importanza della collaborazione intrecciata, ovvero: nel momento in cui si accerta la violenza, oltre al doveroso supporto verso la vittima, è vitale cercare una strada per offrire un’assistenza psicologica al maltrattante. La soluzione è nell’intervento biunivoco e concertato.

Attualmente qualcosa si sta muovendo, infatti “i tribunali chiedono il nostro supporto per poter assistere gli uomini colpevoli di abusi e ai quali viene offerta una riduzione di pena solo se s’impegnano a seguire una terapia, ma a questo punto, spesso, il peggio è già accaduto e delle vite sono state spezzate” aggiunge la dott.ssa “occorre agire in maniera preventiva”. Sì perché non dimentichiamo che questi uomini sono spesso anche padri, figli, fratelli e, nel momento i cui compiono questi crimini, distruggono le vite di intere famiglie, segnando per sempre quelle più giovani.

È importante, quindi, portare nelle piazze questa tematica, ma dire alle donne “scappate, abbandonate, lasciate” non è abbastanza nell’ottica di un’evoluzione della società intera, che comincia senza dubbio dall’educazione, scevra dalle distinzioni di genere, di quelli che saranno gli uomini del futuro.

Per saperne di più > www.dallapartedellupo.it

 




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *