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Taranto: niente consiglio comunale. Stamani sit-in. Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria: “rigassificatore necessario” Sindaco, solidarietà e richieste di ritiro delle dimissioni

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Le clamorose dimissioni di Pietro Bitetti l’altro ieri sera hanno prodotto una conseguenza pressoché immediata: annullata la seduta monotematica del consiglio comunale, programmata per oggi, in vista della riunione per l’accordo interistituzionale previsto domani al ministero delle Imprese. Il ministro dal canto suo ha fatto sapere che il ministero va avanti lo stesso, per l’accordo sull’ex Ilva, anche senza la decisione del Comune di Taranto. Al sindaco dimissionario, ieri, numerose attestazioni di solidarietà personale e numerose richieste di ritirare le dimissioni.

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Comunicazione dei Genitori tarantini:

Mercoledì 30 luglio 2025, a partire dalle ore 9:30, cittadini, associazioni e comitati si ritroveranno davanti al Palazzo di Città per un sit in con conferenza stampa per due vicende che vedono Taranto ancora una volta vittima di decisioni  prese in altri luoghi.Si parlerà di ex Ilva e della discarica nel territorio del quartiere Paolo VI.

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Di seguito un comunicato diffuso da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria:

L’utilizzo di una nave rigassificatrice per lo stabilimento siderurgico di Taranto dipende da quale configurazione produttiva si sceglierà per il futuro dell’impianto. Lo precisa Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, che ribadisce come la proposta di riconversione “verde” (nota come Opzione A) comporti un considerevole fabbisogno di gas naturale.

Il piano prevede la realizzazione di 3 forni elettrici, 4 impianti di riduzione diretta e 4 impianti per la cattura della CO2 prodotta durante il processo di riduzione. Tutti questi impianti, oltre a quelli esistenti che continueranno a funzionare in parte, necessitano di una fornitura stabile e abbondante di gas, sia per alimentare la produzione sia per generare energia.

AdI in AS stima un fabbisogno totale di 5.1 miliardi di metri cubi di gas all’anno, mentre la rete di distribuzione attuale, secondo SNAM, può garantirne al massimo 2 miliardi. Da qui, l’ipotesi di ricorrere a una nave rigassificatrice per colmare il divario.

Quanto dichiarato ad organi di stampa dal Prof. Carlo Mapelli, profondo conoscitore dello stabilimento di Taranto sia in qualità di Consulente per il Commissario Bondi che in qualità di Membro del CdA di Acciaierie d’Italia, è nei fatti in linea con la previsione di AdI in AS.

Infatti, il professore dichiara un fabbisogno di 270 metri cubi di gas per tonnellata di DRI, che per una produzione annua di 10 milioni di tonnellate di preridotto corrispondono a 2,7 miliardi di metri cubi/anno (BSmc/anno). Aggiungendo a questi “i poco più di 2 BSmc/anno per i forni elettrici”, si raggiunge un fabbisogno di almeno 4,7 BSmc/anno di gas naturale (certamente superiore alla disponibilità dichiarata da SNAM).

Se a questo bilancio si aggiunge il fabbisogno di  gas ed energia elettrica (prodotta da una centrale termoelettrica ad alta efficienza alimentata a gas naturale) degli impianti preesistenti e degli impianti di cattura CO2, si raggiunge il valore dichiarato da AdI in AS.

Acciaierie d’Italia in AS sottolinea infine la disponibilità al dialogo con tutte le parti interessate, nell’ottica della massima trasparenza e con il supporto di dati solidi e verificabili.


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