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“Finalmente Marco ha due genitori anche per la legge: Francesco e Paolo”, avvocate foggiane ottengono il provvedimento del tribunale dei minori di Milano Il bambino, nato in America a inizio 2023 e portato in Italia dal padre biologico e dal genitore putativo

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Di seguito il comunicato:

Marco (nome di fantasia), un bambino di due anni nato attraverso la gestazione per altri, per la legge degli affetti e dell’amore aveva già due genitori. Ora, grazie a una sentenza del Tribunale per i Minorenni di Milano, anche la legge della giustizia gli ha riconosciuto il diritto di avere come genitori coloro che lo hanno prima sognato e aspettato, poi accudito con amore dal giorno in cui è nato. I suoi genitori sono Francesco, padre biologico del bambino, e Paolo, genitore putativo (entrambi sono nomi di fantasia). La coppia è unita civilmente dal 2019. Marco è nato in America il 3 gennaio 2023. Due settimane dopo, Francesco e Paolo lo hanno portato a Milano nella loro casa. Hanno subito presentato l’istanza di trascrizione dell’atto di nascita di Marco al Comune di Milano che, in precedenza, in casi simili, aveva provveduto alla trascrizione. Il Comune di Milano, tuttavia, ha rigettato l’istanza, valutando l’atto di nascita come contrario all’ordine pubblico e non trascrivibile poiché formato a seguito di gestazione per altri. Siamo a marzo 2023, la gestazione per altri è vietata ma non ancora configurata come un “reato universale” dall’ordinamento italiano. A quel punto, Francesco e Paolo si sono rivolti al Tribunale per i Minorenni di Milano per chiedere l’adozione speciale in capo al genitore non biologico, ex articolo 44 della legge 184 del 1983. Ad accompagnare questo percorso di riconoscimento, passato attraverso l’aula di un tribunale, sono state Anna Lucia Celentano e Maria Emilia De Martinis, due avvocate del foro di Foggia che da anni si occupano di minori e di adozioni. “La sentenza è arrivata pochi giorni fa”, spiegano le avvocate. “Su casi simili, le decisioni come quella adottata dal Tribunale per i Minorenni di Milano si contano ancora sulle dita di una mano. Abbiamo depositato il ricorso nell’ottobre 2024. Come da prassi, per conto del Tribunale, i servizi sociali hanno avviato una accurata indagine sociale e la Questura di competenza a sua volta ha redatto la propria informativa. Sia gli assistenti sociali che la Questura sono stati tempestivi, fornendo un quadro di indagine completo di ogni elemento importante per valutare il caso. I genitori e le loro famiglie naturalmente hanno accolto la sentenza favorevole con grande gioia, come noi del resto. Riteniamo particolarmente significative le conclusioni del Tribunale dei Minorenni che ha preso la propria decisione in composizione collegiale (Presidente, Giudice relatore e due Giudici onorari).

“In conclusione, all’esito dell’istruttoria – si legge nel dispositivo della sentenza – il Tribunale ritiene raggiunta la prova dell’instaurazione di una relazione affettiva stabile e significativa con Marco da parte del Sig. Francesco, il quale ha condiviso con il Sig. Paolo, con cui è unito civilmente da anni, il progetto di genitorialità e si è occupato del minore fin dalla nascita, consolidando con il bambino un legame genitoriale all’interno di un contesto familiare fondato sugli affetti, sulla cura, sulla solidarietà reciproca; pertanto, deve essere accolta la domanda del ricorrente, in quanto soluzione idonea ad assicurare il miglior interesse del bambino ad avere una famiglia capace di prendersi cura di lui e di accompagnarlo nel percorso evolutivo, in linea con la concezione più moderna dei legami familiari”.

I genitori: “Nonostante la ferma opposizione di questo governo alle famiglie omogenitoriali, che ha reso lungo e tortuoso il percorso per vedere riconosciuto il diritto di un bambino ad avere due genitori, noi come coppia di due papà, non abbiamo mai avvertito alcuna forma di discriminazione o di incomprensione da parte della società attorno a noi. Dalla scuola alla sanità alle forme di socialità genitoriale, ci siamo resi conto che la società civile è molto più aperta e pronta a accettare le sfide della contemporaneità, rispetto a chi ci governa”.

“I genitori – concludono le avvocate Celentano e De Martinis – hanno voluto rendere nota la loro vicenda, pur tutelando loro figlio con l’anonimato, perché ritengono che questa sentenza abbia un enorme valore umano, sociale e culturale, oltre che dal punto di vista del diritto. In questa scelta, come in tutte le altre, siamo con loro, perché si tratta di una scelta d’amore e di grande civiltà che può farci riflettere su diversi elementi, due su tutti: il significato più vero e profondo di “famiglia”, anche nella sua evoluzione, e il primario interesse del bambino”.


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