La nave è ripartita ieri. Carica di greggio. Eni ha proceduto alla fornitura alla petroliera con bandiera maltese, affittata da Israele. Il greggio è finalizzato all’utilizzo da parte dell’aeronautica militare di Israele.
Quella che fra le altre cose, in questo periodo, sgancia bombe su Gaza, dove muoiono bambini, donne e uomini, dove vengono distrutte le abitazioni e, in generale, il territorio.
La nave Seasalvia (immagine a fianco tratta da vesselfinder.com) alle 6 odierne, ora italiana, è già in prossimità della Grecia. Porto di destinazione non più quello israeliano di Askelon, come indicato nel primo tentativo di attraccare a Taranto, che venne respinto nei giorni scorsi con una sollevazione di lavoratori promossa da Usb e Cobas. Stavolta è stata indicata, come destinazione, Porto Said, Egitto. E all’Eni, come alle autorità italiane, evidentemente questo è andato bene. Il colosso energetico, stando a quanto sabato sera ci ha detto il sindaco di Taranto, sarebbe stato disponibile a bloccare la fornitura purché giungesse da livelli esecutivi che non potevano essere più quelli territoriali, una decisione in tal senso. Non è arrivata, visto come è andata a finire.
Dalle 4 sono bloccate le portinerie della raffineria, per iniziativa Usb. Dalla durata della protesta dipenderanno i disagi per gli automobilisti
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Comunicazione Usb Taranto:
Iniziata la protesta Usb davanti agli ingressi della Raffineria Eni, che ieri ha consentito la ripartenza della petroliera carica di greggio. Dichiarata una destinazione diversa: non più Israele, ma l’ Egitto. Per noi, si tratta di un escamotage per mettere a tacere le proteste.
Avete macchiato di sangue la città di Taranto che non vuole essere complice del massacro a Gaza.