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Il capogruppo Pd di Martina Franca, fuori per un voto Elezioni provinciali di Taranto, il disastro del partito democratico martinese

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Il pugno sul muro, in piena notte, quando gli è stato detto che non ce l’avrebbe fatta è stato il minimo. Perché salvo riconteggi che lo salvino ai tempi supplementari, Vito Pasculli è proprio fuori, con ben più pesanti conseguenze rispetto a un cazzotto contro il muro. Ed è fuori per un voto, Pasculli. Il capogruppo del Pd in consiglio comunale di Martina Franca non è neanche il primo dei non eletti al consiglio provinciale di Taranto, dopo le elezioni di ieri: è stato superato pure da Alabrese. Insomma uno sfacelo per chi è il capo di un gruppo che occupa mezzo consiglio comunale di Martina Franca. Pd laddove oggi la d sta per disastro, in provincia di Taranto e soprattutto nel più importante Comune della provincia, Martina Franca. Con una tale consistenza della formazione consiliare, nel voto ponderato il Pd martinese avrebbe dovuto combinare sfracelli. Ne ha fatto uno solo, nei confronti di se stesso. E la resa dei conti, in queste ore, è già pronta per esplodere, a ogni livello: di gruppo consiliare, di segreteria, anche di amministrazione comunale.

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5 Comments

  1. Il problema non è di Pasculli ma della provincia di Taranto che, con i suoi seri problemi ambientali, è stata consegnata nelle mani di chi nel proprio comune, caso unico in Italia se non nel mondo, vuole far costruire un secondo termovalorizzatore. Povera Provincia di Taranto. Della serie: di male in peggio. Quanto ai seguaci di Pelillo&co (tra questi ci sarebbero i traditori secondo i giornali) sono riusciti a fare peggio dei 101 che impallinarono Prodi. Infatti, questi almeno votarono per uno di centrosinistra mentre i consiglieri che non hanno votato ilcandidato ufficiale alla Provincia di centrosinistra lo hanno fatto in favore del candidato di centrodestra contribuendo a farlo eleggere. Tar l’altro che candidato di centrodestra. Per fare capire a costoro quello che hanno fatto è come se i 101 che non votarono Prodi avessero votato capo dello stato Previti risultando determinanti per la sua elezione. E’ il prezzo che si paga quando un partito di centrosinistra si democristianizza. Noto che già i nostalgici del partito dei ribaltoni, dei rimpasti si stanno agitando. Ma a costoro voglio dire che, indipendentemente dal loro colore politico, le amministrazioni non è di loro che hanno bisogno. Spesso, per non dire sempre, sono la causa se l’Italia va male.

  2. (commento moderato in questa parte) il capogruppo e il segretario cittadino dovrebbero dimettersi dai loro incarichi e non parlare più di patto generazionale dopo questa sonora sconfitta che porta anche la firma del segretario regionale e dell’assessore regionale alla sanità

  3. Ad Antonio voglio dire che le “larghe intese” sono necessarie dopo il disastro lasciato dall’amministrazione di sinistra Florido, senza sparare sulla croce rossa.
    Vediamo ora cosa saprà fare il Presidente Tamburrano e fra qualche mese ne riparliamo.
    Per quanto riguarda Martina abbiamo avuto la riprova che non esiste nessun patto generazionale, ma gli ex PCI sono andati al potere con una furbata generazionale passata anche grazie alle incapacità politica dei maggiorenti PD.
    Devono ancora spiegare alla città perché non andava bene Sindaco Giandomenico Bruni regalando la candidatura ai comunisti che ripeto per vie politiche non erano mai arrivati a guidare la nostra città.

  4. Perchè Bruni era già stato trombato una volta dal non irresistibile Palazzo e perchè, dichiarando alla vigilia delle passate amminstrative che era incerto, nonostante fosse capogruppo uscente e solo perchè non era stato riproposto nuovamente come candidato sindaco, chi scegliere fra Marraffa e il candidato pd Ancona. Del resto Bruni fa parte di quella corrente pd che ha regalato, nonostante il centrosinistra abbia preso il 55% di voti di lista, una vittoria insperata a Tamburrano. Se volete prendeteveli pure Bruni e Pelillo. Ve li diamo volentieri.

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