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Carcere di Turi: dalla cella una corda calata all’esterno dove i complici hanno legato il pacco particolare. Sequestrato Sappe

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Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe:

Questa volta la sorpresa l’hanno avuta i detenuti che tiravano su un filo fatto scendere da una stanza detentiva del carcere di Turi (che dà sulla libera via) a cui i complici dall’esterno avevano attaccato un pacco particolare , poiché lo stesso sarebbe stato sequestrato dopo essersi impigliato mentre veniva tirato su, come facevano una volta le nostre nonne con la spesa depositata in un cestino. Ancora una volta il SAPPE deve ringraziare i poliziotti di Turi i quali nonostante siano diventati uno sparuto numero (che diminuisce sempre di più a seguito dei pensionamenti, delle riforme ecc.ecc.) in servizio nell’affollato e degradato carcere della cittadina pugliese con un sovraffollamento di detenuti di oltre il 150%, sta combattendo una battaglia impari contro detenuti sempre più prepotenti per far prevalere la legalità, il rispetto delle leggi, e per cercare di tutelare i detenuti più deboli che vengono spesso sopraffatti dai violenti. Che la lotta sia ormai senza quartiere lo sta a dimostrare proprio questo ulteriore sequestro avvenuto tra la notte di sabato e domenica scorsa, di materiale proibito in cui c’era droga e telefonini (hashish, cocaina,5 telefonini completi di tutto, vedi foto). Ormai il sequestro in quantità industriali di tale materiale proibito non fa più notizia da quando i droni sorvolano ininterrottamente ed indisturbati i cieli sopra le carceri pugliesi e nazionali, ma le modalità di questo sequestro che risulta essere alquanto singolare, mette in evidenza la strafottenza dei criminali che ormai si sentono i padroni assoluti, grazie anche a tanti provvedimenti che la politica in questi anni, ha messo in campo per togliere alla polizia penitenziaria qualsiasi strumento di contrasto e difesa. Infatti il fenomeno si è ingigantito a dismisura da quando una parte politica ha voluto legare le mani ai servitori dello stato diminuendo peraltro gli organici, concedendo poi tutto e di più ai detenuti per consentire loro di diventare i padroni delle carceri. Purtroppo nemmeno l’attuale governo che ha idee diametralmente opposte alle politiche penitenziarie finora adottate, non sta imprimendo quella svolta auspicata per ridare il controllo delle carceri allo Stato, cosa che potrebbe essere fatta in pochi mesi adottando le giuste misure per punire chi crea disordine ed azioni violente, nonchè tutelare dall’altro canto la stragrande maggioranza dei detenuti che subisce la prepotenza dei ristretti più violenti. In queste condizioni il personale di Turi sta dimostrando molto coraggio ed abnegazione, ma non può continuare a combattere da solo contro una criminalità attrezzata e con tante potenzialità poiché sarebbe condannata a soccombere, per cui necessita l’aiuto urgente dell’amministrazione penitenziaria al fine di rivitalizzare gli organici della polizia penitenziaria con l’invio di almeno 30 unità, nonché a provvedere ad uno sfollamento di almeno 50 detenuti. Il SAPPE ritiene che il carcere di Turi entrato nella storia penitenziaria Italiana per aver ospitato GRAMSCI e PERTINI(sono ancora conservate in maniera accurata le celle in cui erano ristretti) debba avere quel rispetto e la possibilità di poter garantire ai detenuti i diritti costituzionali previsti dall’art.27, nonché la sicurezza all’interno ed all’esterno del penitenziario.


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