Di seguito il comunicato:
Non c’è arte più bella dell’arte condivisa. Con questo spirito, entra nel vivo il calendario degli appuntamenti serali della quarta edizione della mostra-festa “Il mattino ha Lory in bocca”, ideata e curata da Francesco Paolo Del Re e ospitata dal 24 al 31 agosto 2025 per le strade e sui balconi del quartiere Madonnella di Bari, all’incrocio tra via Dalmazia e via Spalato, con il supporto organizzativo di Loredana Savino e Matteo De Napoli.
Dopo le prime due serate animate dalla performance “Ninna nanna” di Loredana Savino e da una sessione di disegni per strada coordinata da Antonio Milano e Cristiano Pallara, gli eventi della sera di mercoledì 27 agosto prevedono un’esperienza laboratoriale e collettiva finalizzata alla realizzazione di un’opera d’arte in strada e una performance su un balcone.
Si inizia alle ore 19 con il duo Alice e Ahad, composto da Alice Mestriner e Ahad Moslemi. Gli artisti – che arrivano per la prima volta in mostra a Bari – invitano il pubblico a partecipare a “Il mercoledì del villaggio”, un laboratorio-evento sulla polvere che culmina, in una dimensione di collaborazione, condivisione e scoperta dell’altro, nella costruzione un’opera collettiva e relazionale. Chi prende parte al progetto porta con sé uno scampolo di tessuto, una storia da raccontare e tutta la polvere che riesce a raccogliere, a casa propria, nei giorni precedenti l’evento. Il pubblico e gli artisti operano insieme, cucendo e dando forma all’opera, che nasce dall’incontro e dalla diversità.
Annunciano gli artisti: «Il nostro progetto partecipativo che metta al centro la relazione tra noi – Alice e Ahad – e la comunità di Bari. Il nostro intento è quello di realizzare un’opera relazionale, un processo aperto in cui memoria, presente, passato e immaginazione si fondano, generando un risultato artistico ibrido, plurale e condiviso. Al centro del progetto c’è la materia tessile, intesa non solo come materiale, ma come linguaggio, memoria e identità. Coinvolgiamo le persone nella raccolta di tessuti di seconda mano, stoffe colorate, usate, portatrici di storie personali e familiari. Su questi materiali costruiremo, insieme, forme, pupazzi, soggetti simbolici: elementi che rappresentano la stratificazione culturale, emotiva e narrativa di chi abita questo territorio. I corpi che nasceranno vengono riempiti di “polvere” – materia viva e attiva – che per noi rappresenta il tempo, il vissuto, ciò che resta e ciò che si muove, sedimenta e si trasforma. La cucitura, come gesto collettivo e meditativo, diventerà pratica di connessione, di ascolto, di creazione di un “terzo elemento”: né nostro, né loro, ma comune, nato dall’incontro».
Dopo una prima fase di raccolta pubblica di tessuti, aperta alla comunità, si attivano dei laboratori partecipativi di cucito e costruzione di forme insieme a cittadini, associazioni, gruppi intergenerazionali. Questi laboratori diventano momenti di ascolto e narrazione, in cui le storie si intrecciano al fare. Alla fine nasce un’installazione che trova posto su uno dei balconi offerti dagli abitanti del quartiere, «dove le opere create – spiegano Alice e Ahad – siano dispositivi di memoria, gioco e relazione». L’intento è, per loro, «attivare uno scambio profondo e orizzontale con la comunità di Bari, far emergere storie e identità attraverso pratiche artistiche accessibili, trasformare materiali quotidiani in strumenti di espressione e racconto collettivo e riconoscere nel gesto del cucire un atto creativo, riparativo e poetico».
Alle ore 21, inoltre, Rosaria Lucia Marrone presenta la sua performance “Il tacchino” su un balcone affacciato sull’incrocio, dedicata alla fugacità delle relazioni della generazione che «ama fino alla notifica successiva».
«Questa performance – spiega l’artista – nasce dall’ombra di Amleto, figlio dell’indecisione e della verità troppo tardi svelata. Ma oggi, nell’epoca delle relazioni liquide, delle promesse evaporate sui display, l’amletico “essere o non essere” è forse diventato: “sentire o consumare?”, “restare o sparire?”. Parlo della fugacità delle relazioni, si ama fino alla notifica successiva. Il teschio lanciato non è solo una reliquia, ma un memento mori dell’amore stesso, divorato da egoismi, algoritmi e paure. La morte parla più dell’identità. Il passamontagna non nasconde, ma denuncia. Il silenzio è accusa. Il gesto è rottura. Una meditazione visiva sulla fragilità umana, sulla violenza sottile dell’indifferenza, sul vuoto che ci rimane tra le mani dopo che tutto è stato toccato, consumato, dimenticato».
L’arte è sui balconi e la festa è per strada, sera dopo sera, per otto giorni: è questa la formula della mostra “Il mattino ha Lory in bocca”, che gode del patrocinio dell’Assessorato allo Sviluppo locale e alla Blue economy del Comune di Bari. Sono sessanta i protagonisti della mostra e degli appuntamenti performativi, ludici e laboratoriali: Natascia Abbattista, Marco Affaitati, Dana Kamel Al Sheikh, Pier Alfeo, Alice e Ahad, Mariantonietta Bagliato, Gianmaria Battafarano, Michele Bellini, Angelo Bellobono, Ado Brandimarte, Angela Capotorto, Valeria Carrieri, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Daniela Corbascio, Giulia Cotterli, Roberta Cotterli, Giorgio Cuscito, Sabino de Nichilo, Stefania Fabrizi, Francesco Rocco Ferruccio, Luciana Galli, Francesco Paolo Gassi, Simona Anna Gentile, Axel Gouala, Mon Jelly, Ferencz Kilian, Silvana Kuhtz e Poesia in Azione, Paolo Laudisa, Biagio Lieti, Ivana Pia Lorusso, Giuseppe Losapio, Francesco Malizia, Rita Mandolini, Rosaria Lucia Marrone, Iula A Marzulli, Barbara Mazzetta, Pierpaolo Miccolis, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Dario Molinaro, Rosy Moretta, Mario Nardulli, ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), Cristiano Pallara, Alessandro Passaro, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Nunzia Picciallo, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone, Giuseppe Rossetti, Massimo Ruiu, Andrea Rupolo, Ester Santovito, Loredana Savino, Elisabetta Sbiroli, Danilo Sciorilli, Francesca Speranza, Donato Trovato, Claudio Zorzi.
Le opere si possono ammirare con il naso all’insù ventiquattro ore su ventiquattro e, ogni sera, un evento dal vivo anima il crocevia unendo la comunità del quartiere Madonnella in un’esperienza di arte condivisa, pubblica, relazionale e partecipata. Il tutto offerto gratuitamente alla città.