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Finocchiaro: più donne nella comunità scientifica Martina Franca, biennale delle memorie

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Di Agostino Convertino:

Anna Finocchiaro, due volte Ministro della Repubblica, parlamentare e magistrata di professione, è a Martina Franca nelle vesti di presidente dell’associazione italiadecide, osservatorio qualificato delle dinamiche socio-politiche italiane. L’istituzione da lei guidata è promotrice de La Biennale delle Memorie, per tre giorni di intenso dibattito culturale che sono il punto di arrivo di un biennio che ha impegnato e coinvolto gli studenti di Martina Franca, sede prescelta. Si discute su due figure influenti della cultura italiana del ‘900 – Leonardo Sciascia e Leonardo Sinisgalli – sospesi tra razionalità e parola poetica – e di Ragione e sentimento con Pietrangelo Buttafuoco, Direttore della comunicazione presso la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, la prof.ssa Rossana Cavaliere e Antonio Scialpi, Assessore alla cultura del Comune di Martina Franca. Spicca, in ambito organizzativo, la presenza di: Fondazione Sciascia, Fondazione Sinisgalli, Fondazione Paolo Grassi, il Festival della Valle d’Itria, il Gruppo Umanesimo della Pietra, i Presidi del Libro di Martina Franca. La presenza di Anna Finocchiaro, sempre squisita con gli operatori dell’informazione nonostante i tempi ristretti, ci offre l’opportunità di qualche dichiarazione.

D: la sua storia professionale, la carriera politica e l’attuale posizione di presidente de italiadecide le consentono un punto di vista autorevole sulla condizione femminile in Italia. Come giudica l’operato del corpo politico italiano anche in relazione alla enorme pressione che trascina la donna – ormai quotidianamente – sulle pagine di cronaca nera?

R: registro una costante ascesa delle donne in tutti i settori della società italiana ma ritengo che un apporto di maggiore qualità possa giungere dall’affermazione all’interno della comunità scientifica dove le diseguaglianze sono più ampie e i margini di crescita enormi.  Apprezzo in modo particolare i costanti interventi del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio ad applicare maggiore energia in questa direzione ma é chiaro che si può e si deve fare di più. Porto un esempio marginale ma significativo: quando perfino la gestione degli algoritmi di una qualunque selezione di personale è gestita da uomini potrebbero manifestarsi, magari in maniera del tutto involontaria, stereotipi o pregiudizi che farebbero emergere il candidato ideale di sesso maschile. Quanto alla tragedia dell’annientamento fisico delle donne che subiscono violenza non vedo un problema di semplice arretratezza culturale ma qualcosa legato al concetto di libertà individuale che ancora non riesce a prevalere.

D: come presidente di una grande istituzione culturale si confronta con una moltitudine di realtà. Si è fatta un’idea di questa città (Martina Franca, ndr)? Che impressione le ha suscitato l’incontro con la comunità culturale nell’ambito di questo eccezionale convegno?

R: mi è bastato scorrere la lista delle numerose attività culturali realizzate da questa comunità per comprenderne l’impegno e l’alto livello qualitativo. Trovo che il coinvolgimento tra amministrazione, cittadini e sfera culturale sia materia viva della dialettica interna a Martina Franca. Il punto più alto di coinvolgimento viene dalla partecipazione attiva delle scuole con i giovani che si rendono protagonisti  delle dinamiche culturali. Esattamente quello che è successo per questa Biennale delle Memorie il cui bilancio, da questo punto di vista, si preannuncia altamente positivo.

D: questa edizione della Biennale delle memorie verte su un confronto tra due grandi personalità della cultura italiana del ‘900: Leonardo Sciascia e Leonardo Sinisgalli, grandi personalità che hanno oscillato tra la razionalità e la parola poetica. Persone per cui la coerenza, lo stile e i valori etici hanno rappresentato l’asse delle rispettive esistenze. Ma due così come li vedrebbe oggi a confronto col conflitto sociale che sta dividendo l’Italia tra si-vax e no-vax? Propenderebbero per la ragione (si-vax) o sarebbero consumati dal fuoco del sentimento a tutti i costi (no-vax)?

R: non ci sono dubbi: per Sciascia la ragione riafferma verità e giustizia. Per Sinisgalli il progresso tecnologico, quindi la scienza, è intimamente legato al miglioramento della condizione umana. Per due intellettuali di quel livello la disputa si risolverebbe rinnovando il patto di fiducia tra scienza e politica.

D: la situazione politica e istituzionale italiana in “zona-covid” risente di grandi incertezze che spesso fanno emergere interpretazioni “creative” o distorte del dettato costituzionale. Per esperienza parlamentare, formazione culturale e professionale, Lei è una che della materia se ne intende. Come giudica l’attuale stato di salute del Parlamento italiano e come crede ne verremo fuori dopo questa autentica baraonda socio-politica?

R: credo che il nostro sistema di democrazia parlamentare sia tra i più congeniali alla rappresentazione della volontà popolare. Ma non possiamo assistere passivamente alla evidente crisi del Parlamento che, temo, sarà accentuata dalla riduzione del numero dei parlamentari. A costo di consumare un sacrilegio, penso che ormai sia sotto gli occhi di tutti che la formula bicamerale classica sia sorpassata, nei fatti, da una sorta di monocameralismo per necessità. Pertanto, lo affermo senza mezzi termini, forse è giunto il momento di prendere atto della realtà dirigendoci verso questa formula che, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali, almeno garantirebbe uno snellimento delle dinamiche parlamentari di cui il Paese, in una fase così critica della sua storia, sembra avere estremo bisogno.

 

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