Ospedale Monopoli-Fasano, il nuovo “Valle d’Itria” che deve sorgere in zona Lamalunga. Mentre i fautori di quella realizzazione da svariate decine di milioni di euro spingono perché si completi la progettazione al fine di accedere ai finanziamenti entro l’inizio del nuovo anno e mentre, realisticamente, il sindaco neoeletto di Fasano si batte perché non venga depotenziato l’esistente (ordinanza contro la chiusura del reparto di pediatria), la programmazione del nuovo nosocomio trova nuovi oppositori.
Con una lettera ai ministri della Salute e dell’Ambiente, a firma fra l’altro del professor Borri, Italia nostra e Fai, fondo ambientale italiano, dicono no all’ospedale di Monopoli-Fasano. L’area individuata, Lamalunga, secondo chi ha scritto l’esposto rischia di essere danneggiata quale patrimonio ambientale, vedi il paventato di centinaia di ulivi e altri alberi, anche millenari. In più, sul piano della funzionalità, si rischia di costruire un insediamento edilizio grzvato da carenze nei servizi. In più ancora, viene evidenziato che il dimensionamento del nosocomio è basato sul presupposto sbagliato di un bacino d’utenza comprendente Martina Franca, Ostuni e Ceglie Messapica. Quel nuovo ospedale va fatto altrove, sostengono Italia nostra e Fai che indicano una zona fra Monopoli e Conversano.Sia pure avendo aspettato quattro anni, verifichiamo di non essere più soli nel dire che per far passare la costruzione dell’ospedale Monopoli-Fasano si è indicato un bacino d’utenza incredibile. Meno male che qualcun altro se ne è accorto. Ora, trattandosi di (molti) soldi pubblici, si faccia finalmente chiarezza, anche perché si sta parlando della salute delle persone, quale fine ultimo. Che non è una costruzione costosa di un’opera pubblica.
