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Blocco dei cantieri edili da oggi: Taranto, situazione Rilevazioni Ance

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Di seguito un comunicato diffuso da Ance Taranto:

Dal 25 marzo, come prescrive il DPCM del 22 marzo, un importante comparto dell’edilizia, quella privata residenziale e non residenziale, ha fermato le proprie attività ed i propri cantieri. Il comparto delle opere pubbliche, pur fatto salvo dal provvedimento del Governo, è da tempo in forte affanno, rallentamenti e sospensioni delle attività si susseguono per le difficoltà spesso insormontabili di proseguire le attività. Interruzioni nelle filiere di fornitura, problematiche con i subappaltatori e le maestranze in ragione delle restrizioni alla mobilità, impossibilità a garantire la piena sicurezza per assenza di mascherine ed altri dispositivi di protezione individuale, sono questi i problemi che ci riportano le nostre imprese e che facciamo fatica ad affrontare nell’attuale situazione di emergenza. Abbiamo svolto una rapida indagine tra le nostre imprese e la quasi totalità dei cantieri monitorati è sospesa od in via di sospensione. La situazione dunque è assai grave ed in questo momento è necessario fare ciascuno la propria parte per arginare il contagio e laddove non vi sono tutte le condizioni di sicurezza previste dalle norme e dai protocolli siglati con le parti sociali, è giusto fermarsi e sospendere le attività. Come ANCE, a tutti i livelli, lo abbiamo chiesto subito consapevoli delle difficoltà che via via si stavano palesando. Siamo intervenuti presso la Regione Puglia, che con il Presidente Emiliano ha diramato una nota di sollecitazioni alle stazioni appaltanti regionali affinché, anche attraverso una pronta liquidazione dei SAL, vadano incontro alle esigenze delle imprese in questa fase di emergenza. Come ANCE Taranto, siamo ripetutamente intervenuti presso i Comuni e le altre committenze pubbliche per chiedere la sospensione delle gare pubbliche ed il rinvio dei termini di scadenza e dobbiamo rilevare come le amministrazioni stiano via via adottando i provvedimenti da noi richiesti. Insieme alle organizzazioni sindacali abbiamo fatto un accordo nazionale che sospende i pagamenti della contribuzione alle Casse Edili, congela la regolarità contributiva delle imprese e dispone l’anticipazione di prestazioni a sostegno del reddito dei lavoratori e della liquidità delle imprese. Tanto dunque si sta facendo, considerando altresì le diverse misure di allentamento fiscale ed in materia di sostegno al credito, in questo momento assai delicato per il paese e per il nostro territorio. Ma occorre cominciare a pensare ad ulteriori misure ed azioni per un settore, quello delle costruzioni, che si presenta malconcio, dopo dieci anni di crisi, e non nelle giuste condizioni per misurarsi con questa ulteriore emergenza. Le costruzioni dipendono dagli esiti dei procedimenti amministrativi, per gli appalti e per consentire l’attività di edilizia privata, ed in questa situazione di emergenze, anche per effetto delle misure di cui al DL Cura, i procedimenti sono sospesi o fortemente rallentati. Quando l’emergenza sarà finita, ci auguriamo il prima possibile, ci vorrà altro tempo per rimettere in moto le macchine amministrative bloccate e le nostre imprese rischiano di dover riprendere le attività diversi mesi dopo, prospettiva per tutti noi assai preoccupante.

Sarà dunque necessario un grande sforzo, in termini non solo di nuove risorse per le imprese ma anche e soprattutto di nuove regole semplificate e veloci per far sì che un intero settore, da cui dipendono ricordiamo tanti processi di rilancio e di sviluppo economico del nostro territorio, possa riavviarsi con l’apporto di tutte le nostre imprese che, con grande sacrificio, stiamo cercando di preservare e tenere in vita.




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