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Turi: Monia, corona virus in gravidanza e rianimazione. Non può ancora abbracciare la sua neonata La testimonianza della neomamma

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Di Francesco Santoro:

«Mi sono ammalata di Covid quando ero alla 34esima settimana di gravidanza. È un virus bastardo, che ti manda il conto dei suoi sintomi ogni giorno: un attimo prima riesci a respirare e pensi di essere una delle tante asintomatiche, un attimo dopo cominci a sentire una leggera difficoltà mentre parli…finché non mi sono ritrovata nella zona rossa di Ginecologia del Policlinico con due tubicini di ossigeno nel naso per aiutarmi a respirare, per non far soffrire la mia piccolina». Inizia così il racconto di Monia, una giovane neo mamma di Turi (Bari), che ha deciso di affidare a Facebook il suo pensiero sulla vicenda che l’ha vista suo malgrado protagonista. La donna ha contratto il Covid quando era incita: poi il ricovero in ospedale e il cesareo d’urgenza per far nascere la figlia. «È un virus bastardo anche perché, in un attimo, può toglierti tanto, o peggio, può toglierti tutto- scrive-. A me ha tolto tanto: la gioia di diventare madre per la prima volta, la possibilità di stringere a me la mia bambina fin da subito, di poterla allattare, di poterle accarezzare il suo dolce e piccolo viso, di tenerle le manine, di sentire il suo profumo, di guardarla dormire serena accanto a me».
Monia è finita in Rianimazione «e non credo che dimenticherò mai quello che ho visto attorno a me- afferma-: persone intubate con il casco, una cosa terribile, oppure fin da subito sedate, perché le loro condizioni non erano delle migliori e si facevano prendere dal panico…questo è anche peggio: potresti tranquillamente resistere in quel casco e con l’ossigeno, ma devi mantenere la calma, devi respirare lentamente, altrimenti si impossessano di te il panico e l’ansia che, con il Covid, vanno a braccetto».
La donna non ha ancora avuto la possibilità di abbracciare la figlioletta e si augura di poterlo fare prestissimo. «Sono a casa, sono finalmente tra le braccia di mio marito, sto bene, posso parlare, ridere e respirare contemporaneamente- dice-, ma non possiamo ancora stringere a noi la nostra piccolina, perché siamo ancora positivi. Ancora per poco, speriamo»  lei «nel frattempo, ne sta approfittando per farsi coccolare e viziare dai nonni paterni».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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