Di seguito un comunicato, corredato da foto, diffuso da Mistress Advisor:
L’Italia è il Paese europeo più interessato dalla dominazione femminile. È quanto emerge da un nuovo studio di MistressAdvisor.it, portale di annunci di Mistress, che ha analizzato i volumi di ricerca su Google relativi al termine “Mistress” e alle sue principali varianti locali e semantiche nelle principali aree urbane europee, rapportandoli alla popolazione residente nelle rispettive FUA (Functional Urban Areas).
Questa metodologia — che tiene conto non solo della città ma anche del suo bacino metropolitano e delle diverse modalità con cui gli utenti esprimono la stessa intenzione di ricerca — permette di costruire un indice di incidenza reale, capace di misurare il peso effettivo del fenomeno in rapporto alla popolazione.
Dallo studio emerge che l’Italia è l’unico Paese europeo in cui la ricerca online di Mistress assume proporzioni di massa.
Mentre nelle grandi capitali del Nord Europa l’interesse resta marginale — con Londra, Madrid e Berlino ferme tra 1 ricerca ogni 300 e 2.000 abitanti —, nel nostro Paese si raggiungono picchi eccezionali: Vicenza 1 su 74, Salerno 1 su 79, Bologna 1 su 81, Rimini 1 su 86, Udine 1 su 96.
Germania: un mercato legale ma freddo sul digitale
In Germania la dominazione professionale è pienamente regolamentata: le Domina Studio (spazi attrezzati dove Mistress e Dominatrici lavorano legalmente) operano alla luce del sole, con licenze comunali, contratti e tassazione ordinaria.
Esistono vere e proprie “case della dominazione“, soprattutto a Berlino, Monaco e Amburgo, spesso dotate di più stanze tematiche, assistenti e personale amministrativo. Parallelamente, la cultura FKK (Freikörperkultur) — che consente club e saune erotiche perfettamente legali — ha contribuito a normalizzare il sesso a pagamento in contesti fisici, riducendo il peso del digitale come canale di accesso.
Nonostante questa apertura legislativa e culturale, la presenza online resta sorprendentemente bassa. A Berlino si registra 1 ricerca ogni 348 abitanti, a Monaco 1 ogni 314, e ad Amburgo 1 ogni 389. Le aree di Colonia/Bonn e Francoforte mostrano valori ancora più distanti: rispettivamente 1 ogni 518 e 1 ogni 788.
Il motivo è chiaro: in Germania, chi cerca esperienze BDSM o di dominazione tende a rivolgersi direttamente ai portali specializzati o ai siti dei Domina Studio, che raccolgono recensioni, calendari e disponibilità, lasciando a Google un ruolo marginale.
Il risultato è un mercato maturo ma poco visibile nei motori di ricerca, dove l’incontro tra domanda e offerta avviene ancora in spazi chiusi e professionali, lontani dai canali mainstream.
Francia: capitali forti per immagine, deboli nei numeri
In Francia il termine “Dominatrice” mantiene una forte risonanza culturale ed estetica, ma non si traduce in una domanda digitale significativa.
La figura della Maîtresse, radicata nell’immaginario erotico parigino e spesso celebrata nel cinema, nella moda e nelle arti visive, rimane più simbolo che professione. Il BDSM francese si esprime infatti in una forma più letteraria e performativa che commerciale.
I numeri lo confermano: a Parigi si registra 1 ricerca ogni 1.008 abitanti, a Marsiglia 1 ogni 883, a Lione 1 ogni 658, a Tolosa 1 ogni 936, e a Nizza 1 ogni 538.
Si tratta di valori stabili nel tempo ma ben lontani dai livelli italiani, dove in molte città medie le incidenze sono dieci volte superiori.
Una parte della spiegazione risiede nel modello legislativo francese, riformato con la legge del 13 aprile 2016, che ha depenalizzato la prostituzione ma punisce l’acquisto di servizi sessuali.
In questo contesto, le professioniste del BDSM operano in una zona grigia: non sono formalmente vietate, ma l’ambiguità normativa scoraggia la promozione pubblica e l’uso di motori di ricerca generalisti. Molte Maîtresses françaises lavorano quindi in forma artistica, spesso legando la dominazione a performance teatrali, fotografia o coaching relazionale.
Italia: il primato europeo
L’Italia domina il panorama europeo in modo netto. Le grandi città guidano i volumi assoluti con Roma (1 ricerca ogni 118 abitanti), Milano (1 ricerca ogni 187) e Torino (1 ogni 105) — ma è nelle città di medie dimensioni che il fenomeno esplode, trasformandosi da curiosità di nicchia a comportamento di massa.
A Vicenza si registra 1 ricerca ogni 74 abitanti, a Salerno 1 ogni 79, a Bologna 1 ogni 81, a Rimini 1 ogni 86, e a Udine 1 ogni 96. Numeri che, in proporzione, non hanno eguali nel resto d’Europa.
Anche realtà come Bari, Lecce, Verona, Padova e Firenze mantengono rapporti tra 1 su 100 e 1 su 120, segno di una domanda diffusa e stabile lungo tutta la penisola.
Il quadro che emerge è quello di un Paese dove il tema della Mistress e della dominazione femminile non appartiene più al solo mondo fetish, ma entra nel linguaggio e nella curiosità comune.
La combinazione tra cultura erotica mediterranea, forte attrazione turistica e un progressivo riconoscimento normativo del settore ha favorito in Italia la nascita di un mercato digitale spontaneo, oggi senza eguali in Europa per diffusione e intensità.
Un pattern unico nel continente: mentre altrove nessuna città media supera 1 ricerca ogni 300 abitanti, in Italia l’interesse può risultare fino a venti volte superiore — un dato che conferma come la dominazione femminile, più che un tabù, sia ormai parte integrante dell’immaginario erotico collettivo.
| Città | Ricerche | Popolazione FUA | Equivalente |
| Vicenza | 3.220 | 236.000 | 1 su 74 |
| Salerno | 3.110 | 246.000 | 1 su 79 |
| Bologna | 9.450 | 760.000 | 1 su 81 |
| Rimini | 2.860 | 246.000 | 1 su 86 |
| Udine | 2.470 | 237.000 | 1 su 96 |
| Bari | 7.120 | 701.000 | 1 su 98 |
| Torino | 16.550 | 1.740.000 | 1 su 105 |
| Lecce | 2.130 | 229.000 | 1 su 108 |
| Bergamo | 2.710 | 309.000 | 1 su 114 |
| Verona | 4.420 | 506.000 | 1 su 115 |
| Roma | 34.870 | 4.131.000 | 1 su 119 |
| Genova | 5.390 | 646.000 | 1 su 120 |
ll Trend di ricerche nel tempo
L’analisi dei dati di Google Trends 2020–2025 operata da MistressAdvisor.it mostra che l’interesse online per le Mistress in Italia non è un fenomeno passeggero, ma una tendenza stabile e strutturale.
Dopo i primi picchi registrati tra primavera ed estate 2021, il 2022 ha segnato una lieve flessione post-pandemica. Ma dal 2023 in poi la curva è tornata a salire con costanza, fino a raggiungere il massimo storico il 30 marzo 2025 (indice 100)
La media annuale è cresciuta del +6% rispetto al 2024, e le settimane con punte oltre 80 punti — segnale di forte traffico — sono più che raddoppiate rispetto al triennio 2020–2022.
La stagionalità è chiara: giugno, luglio e agosto restano i mesi più “caldi”, seguiti da un secondo picco in ottobre-novembre, in coincidenza con il ritorno alla routine e con i principali eventi fetish italiani ed europei.
I periodi più lenti si concentrano invece tra gennaio e febbraio, quando l’interesse tende fisiologicamente a calare per poi riprendere in primavera.
Le grandi città: tre velocità per un solo trend
Se l’Italia guida l’Europa per incidenza complessiva, sono Milano, Roma e Torino a delineare le differenze interne tra le grandi aree metropolitane.
Nel 2025 Milano si conferma la più attiva sul fronte digitale con un indice medio di 68,9, in crescita di +2,8 punti rispetto al 2024. Roma segue con 60,4 (+1,6), mentre Torino si ferma a 34, con variazioni minime (+0,3). Le curve non si muovono all’unisono:
- I picchi di ricerca per gli annunci di dominatrici a Milano si concentrano in autunno e primavera, con valori spesso sopra 90 e un massimo di 98 ad aprile 2025;
- Roma mostra due onde principali — settembre-novembre 2024 (massimo 100 il 22 settembre) e marzo-aprile 2025, trainata da eventi e turismo internazionale;
- Torino, invece, mantiene un profilo più regolare, senza settimane oltre 80 ma con una lenta risalita tra primavera ed estate, segno di un interesse più di nicchia.
Le correlazioni tra città restano deboli (Roma–Milano 0,29): la domanda non è nazionale ma policentrica, influenzata da fattori locali come nightlife, fiere, turismo e calendario di eventi fetish.
Un’Italia, quindi, a tre velocità: Milano motore del fenomeno, Roma stabile e resiliente, Torino discreta ma costante — a conferma di un mercato digitale maturo e ormai radicato nel tempo.
I fattori che spiegano il primato italiano
Un quadro normativo “ibrido” che spinge sul digitale
A differenza di Paesi come Germania o Paesi Bassi, dove le professioniste del BDSM operano in strutture autorizzate e regolamentate, in Italia la legge non riconosce formalmente la figura della Mistress professionista.
Dal punto di vista legale, l’attività delle Mistress non è assimilata alla prostituzione, poiché non prevede atti sessuali né contatti con zone erogene. Si basa invece su role play, disciplina, dominazione verbale e simbolica: elementi che collocano queste pratiche fuori dall’ambito erotico tradizionale e le avvicinano a forme di interazione psicologica e relazionale.
Proprio questa ambiguità normativa genera un effetto diretto sul web: in assenza di spazi regolamentati o circuiti professionali ufficiali, Google diventa la principale vetrina per farsi conoscere e intercettare la domanda.
Il risultato è un ecosistema digitale unico in Europa, dove la curiosità, la ricerca di informazioni e la visibilità delle dominatrici confluiscono nello stesso spazio pubblico online, amplificando il fenomeno più che in qualunque altro Paese.
Turismo e mobilità come moltiplicatori di domanda
Le grandi città italiane vivono un doppio mercato: da un lato quello locale, dall’altro quello generato da turismo, studio e lavoro.
Nel 2024 Roma ha registrato oltre 22 milioni di arrivi turistici, pari a quasi cinque volte la popolazione residente, mentre Milano ha superato 8,5 milioni di visitatori su una popolazione FUA di 4,7 milioni.
Numeri elevati si osservano anche a Firenze, Bologna e Napoli, dove il flusso costante di turisti, studenti internazionali e viaggiatori d’affari amplia la platea potenziale di ricerca ben oltre i residenti effettivi.
Il turismo agisce così come moltiplicatore di domanda digitale: chi arriva in città tende a informarsi prima online — su Google o social — cercando Mistress Roma, Mistress Milano o Mistress Bologna per orientarsi su esperienze, eventi o curiosità legate al mondo BDSM.
In un Paese dove la figura della Mistress non ha canali ufficiali o registri professionali, la ricerca online diventa la principale porta d’accesso, e il turismo ne accentua la visibilità più che in qualunque altra nazione europea.
L’offerta “live” che amplifica il digitale
Parallelamente al boom online, l’Italia ospita una rete consolidata di club privè e locali a tema fetish che svolgono un ruolo decisivo nell’alimentare la curiosità e la ricerca digitale legata al mondo BDSM.
Secondo un’inchiesta pubblicata da la Repubblica (Giannoli, 2022) e ripresa da Vanity Fair Italia (Favotto, 2022), circa 700 000 italiani frequentano ogni anno club privè, con una crescita stimata tra il 5% e il 10% annuo. L’associazione nazionale Assosex, che riunisce la maggior parte delle strutture attive, dichiara oltre 400 000 iscritti.
I club, nati originariamente come spazi per lo swinging, stanno ampliando l’offerta con serate a tema BDSM, fetish e bondage, attirando un pubblico sempre più eterogeneo, giovane e curioso. In città come Roma, Bologna, Firenze e Milano, queste serate fungono da catalizzatori sociali: tra performance dal vivo, play-party e dress-code tematici, trasformano la trasgressione in un evento culturale condiviso.
La scena “live” non sostituisce il digitale, lo potenzia. Ogni grande evento, annuncio o weekend tematico genera picchi locali di ricerche Google legate alla parola Mistress, confermando come esperienze fisiche e visibilità online si alimentino a vicenda. In assenza di un riconoscimento normativo o di canali ufficiali, i club diventano hub informali della cultura BDSM italiana, e il web ne riflette in tempo reale la crescita.









