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Taranto: asili nido comunali, le criticità Comitato

taranto facciata comune

Di seguito il comunicato:

Pur nella situazione così complessa come quella che si sta vivendo per la nuova emergenza sanitaria, non possiamo fare a meno di segnalare quanto sia inquietante il silenzio dell’amministrazione comunale su tutta la vicenda che riguarda gli asili nido comunali, e sul fatto che ancora non sia stata assegnata la nuova delega assessorile per la Pubblica Istruzione.
E’ appena il caso di ricordare, infatti, che ben 2 asili nido comunali (sugli 8 che erano in funzione sino allo scorso marzo) a settembre non hanno riaperto , in attesa di essere ceduti in concessione a terzi (come da avviso pubblico del 23 settembre).
Per inciso, pareva che la stessa sorte dovesse toccare all’asilo nido Baby Club (già affidato in gestione dalla passata amministrazione), nominato nello stesso bando per la concessione a terzi di cui sopra, e che invece ha continuato normalmente a funzionare. Sarebbe interessante capire come.
Torniamo alle due sedi tutt’ora chiuse (se ne era ipotizzata la ripresa delle attività per il primo di novembre). Forse non si dovrebbe aggiungere altro a questo dato che parla da sé . Non possiamo, però, fare a meno di sottolineare quanto appaia più stridente la contraddizione, proprio a causa delle enormi difficoltà del momento che attraversiamo, nel quale sarebbe stata auspicabile una maggiore disponibilità di servizi educativi (e spazi) per le bambine, i bambini, e le loro famiglie, anche ai fini stessi dell’applicazione delle linee guida per lo 0-3, tracciate dal MIUR.
Per quanto siano note le posizioni del nostro Comitato a sostegno della gestione diretta comunale dei nidi, a garanzia del mantenimento dei livelli di qualità del progetto educativo che esprimono ( ancor più necessaria in un momento critico come quello che stiamo attraversando), pensiamo sarebbe doveroso da parte del Comune rendere noti gli esiti della procedura avviata (il 23 settembre) per la concessione a terzi di quei due servizi.
Se quella procedura (come sarebbe per noi auspicabile) fosse stata accantonata , vorremmo sapere se esiste e, in questo caso, quale sia il progetto per la ricostruzione del loro futuro a gestione diretta comunale, nella prospettiva data dall’istituzione del sistema integrato 0-6 (di cui alla legge 107 del 2015). La quale richiederebbe una ridefinizione del progetto educativo, un’attenzione sempre crescente assegnata alla continuità con le famiglie, la formazione permanente in servizio del personale impegnato, il coordinamento pedagogico.
L’insieme di queste cose presupporrebbe, naturalmente, la necessità da parte dell’Amministrazione Comunale di porre, in tempi brevissimi, (almeno) le basi concrete (cioè aggiornando i dati sul fabbisogno) per l’assunzione di tutto il nuovo personale occorrente (educatrici, coordinatrici pedagogiche, cuoche).
Cosa questa, che sarebbe urgente e necessaria non solo per la rinascita dei nidi (Arcobaleno e Le Mimose) oggi chiusi, e per il Baby Club (che già soffre dell’instabilità tipica delle gestioni affidate a terzi), ma anche per i sei (6) nidi che, ad oggi, sono rimasti attivi in gestione diretta. Sul loro futuro, infatti, incombe la minaccia data dall’esodo di un altro consistente contingente di personale, a cui si assisterà entro la fine del 2021.
Ma veniamo ora alla fase così difficile che gli asili nido comunali, più di altre scuole (che peraltro ricevono giustamente una certa attenzione da parte del primo cittadino) stanno affrontando, date le specificità della fascia d’età di bambine e bambini a cui si rivolgono, per i problemi legati alla nuova emergenza sanitaria.
Premettiamo che il Piano Scuola del MIUR per questo anno scolastico, e le Linee Guida specifiche per il sistema integrato 0-6 (pubblicate solo in agosto), avevano dato indicazioni per l’adozione delle misure e dei dispositivi necessari per tutelare la salute (di bambini e adulti presenti nei servizi ), ed anche messo in evidenza quanto fosse prevedibile e necessario proprio nella scuola dell’infanzia e, particolarmente, negli asili nido, da parte dei soggetti gestori, uno sforzo maggiore (condiviso con le famiglie e le educatrici) finalizzato a conciliare i piani per la tutela della salute, con le specificità del progetto educativo rivolto al segmento 0-3.
I genitori delle bambine e dei bambini iscritti ai nostri asili nido, tuttavia, hanno sottoscritto, alla ripresa delle attività in settembre, un Patto di Responsabilità Reciproca che, se da un lato sembra riferito ad una realtà scarsamente identificabile, dall’altro ha molto poco della reciprocità a cui fa riferimento il titolo.
Sono chiari, infatti, un insieme di divieti, limiti, raccomandazioni a proposito della possibilità (per i genitori) di avere accesso alle sezioni, delle norme da seguire al momento del quotidiano accompagnamento e ricongiungimento dei/con i propri figli in asilo, e delle precauzioni da osservare (anche in ambito familiare) al fine di contenere i rischi di contagio del virus nell’interesse personale e della comunità.
Non si evince altrettanto chiaramente dal Patto quali siano, invece, i dispositivi organizzativi ed igienico-sanitari adottati, in forma preventiva, dall’amministrazione comunale sia per quanto attiene le strutture e l’organizzazione degli spazi (in riferimento a quanto indicato dalle linee guida) , che a proposito delle procedure previste per la tutela della salute delle bambine e dei bambini iscritti, oltre che, naturalmente, del personale dipendente in servizio.
D’altra parte, l’esperienza di questo primo periodo dalla ripresa delle attività ha dimostrato, che ci sarebbe bisogno anche di una maggiore condivisione (con le educatrici e con le famiglie degli iscritti) di protocolli dettagliati sull’insieme di misure e provvedimenti (isolamento, quarantene, mappa dei contatti, certificati medici, sanificazioni) che l’Amministrazione Comunale ha previsto di mettere in atto nel caso di contagi (riscontrati o presunti).
Ma il Patto di Responsabilità Reciproca sottoscritto dalle famiglie manca anche di riferimenti alle norme e alle procedure che pure i soggetti esterni, a cui è affidata la gestione di alcuni servizi all’interno dei nidi comunali, dovrebbero essere tenuti a rispettare. Ci riferiamo alla ditta che ha in appalto il servizio di pulizia, ed al Consorzio a cui è affidata sia la realizzazione del progetto per le fragilità, che l’attivazione dell’orario pomeridiano praticato in alcune sedi.
Se nella realtà esiste, come presumiamo che sia, un piano anti-covid, per ciascuno dei soggetti che integrano il funzionamento dei nidi comunali, ci auguriamo che ne sia stata effettuata una sintesi operativa da parte del Comune.
Per una più soddisfacente circolazione delle informazioni, e per un confronto costruttivo sulle problematiche esposte, fra tutte le componenti interessate (genitori, educatori ed amministrazione), chiediamo che vengano ricomposti ed attivati (come da Regolamento di Gestione) al più presto i Comitati di Gestione di ciascun asilo nido.
In attesa della nomina del nuovo assessore al ramo (mancante da settembre), ricordiamo che il riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini a ricevere pari opportunità educative, in servizi di qualità, sin dai primi mille giorni di vita, e quelli legati alla tutela della loro salute, richiedono grandi iniziative progettuali e scelte che (soprattutto in un momento come questo) non possono essere messe in pausa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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