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Maglie: estorsione online. Salentino vittima di un ricatto con falso video pedofilo Si è rivolto alla polizia postale

La vicenda è raccontata da leccesette.it:

È ancora una volta Facebook, il social più diffuso, il miglior terreno di caccia per i truffatori senza scrupoli. Ad andarci di mezzo questa volta un salentino, alle prese con una truffa in piena regola, con l’aggravante della diffamazione e dell’estorsione. I fatti la scorsa settimana quando l’uomo, residente nel magliese, ha ricevuto attraverso la chat di Facebook un messaggio da uno degli “amici” virtuali che, con l’espediente di una “gravissima emergenza”, gli chiedeva il contatto Skype, così da poter parlare e spiegare di cosa si trattasse.

“Questa persona” racconta ora la vittima “era tra i miei contatti perché amico di amici (come spesso succede, ndr). Non lo conoscevo direttamente, ma dai brevi messaggi che mi ha inviato mi sembrava di potermi fidare e cehe avesse bisogno del mio aiuto. Così, senza pensarci, gli ho fornito il mio indirizzo. Ho quindi ricevuto la video chiamata, ma dall’altra parte lo schermo era nero, sembrava non ci fosse nessuno. Ho così lasciato perdere”.

Fin qui, niente di grave. Dopo poco però la strana vicenda ha svelato tutta la sua gravità. Racconta ancora la vittima: “Ho cominciato a ricevere una serie di messaggi minatori sempre su Skype che mi chiedevano 3.500 euro. Se non avessi pagato, avrebbero pubblicato il video su You tube, facendomi passare come un pedofilo. La cosa mi ha infastidito ma non preoccupato, fino a quando non ho scoperto che effettivamente il video era stato pubblicato e, benché non ci fosse nulla di strano – mi si vedeva solo fumare una sigaretta mentre parlavo con una collega – era alquanto infamante la dicitura in cui mi si bollava come pedofilo, accompagnata da tanto di mio nome e cognome”.

Ma non finisce qui, perché il truffatore aveva anche clonato il profilo Facebook del salentino, inviando da lì richieste estorsive a tutti i parenti.

“A quel punto ho capito che la situazione stava sfuggendo di mano. Mi sono così rivolto alla polizia postale che, senza neanche farmi presentare denuncia, mi ha spiegato come risolvere il problema. Mi hanno riferito che è una pratica molto diffusa, un’evoluzione delle vecchie truffe che spingevano gli utenti, con l’escamotage del sesso virtuale, a spogliarsi davanti alla telecamera. Spesso sembra che partano da zone quali il Senegal o la Costa D’Avorio, ma nel mio caso non so se provenisse da lì. Il linguaggio della persona che mi ha contattato mi ha fatto pensare ad un italiano, piuttosto”.

Problema risolto, comunque. Profilo Facebook fake cancellato e video rimosso, ma certo una brutta esperienza per il salentino, che conclude: “Non avevo nulla da temere e non avevo neanche denaro, quindi non mi sono posto il problema. Ma chissà quanta gente, invece, paga pur di non avere rogne”.




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