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Xylella, “il Salento muore di burocrazia” Coldiretti Puglia lamenta uno scambio di competenze fra uffici pubblici

torchiarolo ulivi sradicati 1

Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Scambi di competenze tra gli uffici provinciali dell’Assessorato regionale all’Agricoltura e la Soprintendenza che oltre all’obbligo del reimpianto sta prescrivendo il  numero di piante da abbattere, sesti d’impianto e varietà da reimpiantare in provincia di Lecce, senza alcuna competenza agronomica in materia. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in seguito alla risposta della Soprintendenza di Lecce alla richiesta di parere richiesta dal Comune di Galatone in merito all’espianto e reimpianto di ulivi in area vincolata.

“La burocrazia si conferma il migliore alleato del batterio, mentre il Salento muore. Chiederemo al Ministro Bellanova di attivare immediatamente i decreti attuativi per l’emergenza Xylella per dare sostegno alle imprese olivicole e ai frantoi e di intervenire per liberalizzare i reimpianti anche nelle aree vincolate, perché serve in Puglia una massiccia ripresa produttiva. Il Salento sta morendo da 6 anni di Xylella e soprattutto di burocrazia”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Coldiretti ricorda che il Decreto Emergenze, introducendo l’art. 8 ter, ha previsto che gli interventi di estirpazione di olivi nelle zone infette da Xylella fastidiosa, previa comunicazione alla regione, possono essere effettuati in deroga a quanto disposto dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1945, n. 475, e ad ogni disposizione vigente anche in materia vincolistica nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal procedimento di valutazione di incidenza ambientale.

“Assistiamo ad un singolare e sconcertante scambio di competenze tra l’Assessorato all’agricoltura e la Soprintendenza che sta prescrivendo, oltre al parere paesaggistico, l’obbligo del reimpianto di analogo numero di piante da abbattere al sesto di impianto di m. 10 x 10 con l’impiego di varietà Leccino nell’area infetta della provincia di Lecce. Evidentemente ignora che la varietà Leccino, non essendo autofertile, ha bisogno necessariamente di un’altra cultivar che funga da impollinatore. Quindi, ne deriva che l’agricoltore non può avere l’obbligo di realizzare un reimpianto solo con varietà leccino”, insiste Gianni Cantele, presidente Coldiretti Lecce.

“Con il Decreto Emergenze, che non può e non deve in nessun modo essere vanificato da ulteriori ritardi, scaricabarile e timidezze regionali – aggiunge Cantele – devono essere superati tutti gli ostacoli della burocrazia che finora ha fatto più danni della malattia.  Ci sono domande di espianto presentate anche 6 mesi fa, a dicembre 2018, le più recenti ad aprile, tutte rispedite al mittente dalla Sovrintendenza di Lecce, perché depositate con procedura semplificata, con la richiesta di ripresentarle con procedura ordinaria”.

Oltre alla perdita di mesi di tempo e all’aggravio dei costi con la procedura ordinaria le domande passano al vaglio della Commissione locale per il paesaggio, chiamata a valutare anche tutte le pratiche edilizie. Dopo anni di errori, incertezze e scaricabarile abbiamo bisogno di un impegno risoluto – conclude il presidente Cantele – per salvare la filiera dell’olio extravergine di oliva, consentendo agli agricoltori di espiantare e reimpiantare sbrurocratizzando le procedure così come previsto dal Decreto Emergenze, sostenendo i frantoi salentini in grave crisi di liquidità, a partire dalla moratoria sui mutui e all’integrazione al reddito, accompagnandoli nel percorso di dismissione parziale o totale degli impianti e nella riconversione eventuale delle attività”.

Determinante il piano per la rigenerazione dell’olivicoltura nella zona infetta da Xylella – conclude Coldiretti Puglia – con l’istituzione di un fondo per la realizzazione di un Piano straordinario per la rigenerazione olivicola del Salento, con una dotazione pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, in stretta correlazione con il Piano anti Xyella, approvato in Conferenza Stato – Regioni il 13 febbraio scorso.




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