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Papavero bianco, raccolta di poesie Il libro di Ilaria Spadaccini

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Di Maria Grazia Nardelli*:

Ogni alunno ti lascia qualcosa, un’emozione, un ricordo e ogni insegnante si augura di lasciare qualcosa ai suoi alunni, qualcosa che vada al di là della semplice memorizzazione di una data, di una formula, di un concetto. Con qualche alunno questo scambio di esperienze è più significativo e ti capita, quando credi di essere ancora giovane, che una tua ex alunna, che ha conservato un bel ricordo di te, ti invii il suo secondo libro (secondo!!?? Ma quanti anni sono passati da quando eri tra i banchi??) chiedendoti di leggerlo. Ho rimandato la lettura per un po’, troppi i pensieri e le cose da fare in questo drammatico periodo, finché una sera, spento il computer e chiusi i libri, ho preso in mano “Papavero bianco” e non sono riuscita a chiuderlo fino a che non sono arrivata all’ultima pagina. Mi aspettavo un romanzo e mi sono trovata davanti ad una raccolta di poesie. Superata la sorpresa iniziale, ho cominciato a leggere e, poesia dopo poesia, sono entrata nella vita di Ilaria, ho vissuto il suo dolore e la sua rinascita e le lacrime sono scese da sole, mi sono ritrovata a piangere, rivivendo attraverso la sua vita la mia, pensando “è proprio quello che sento anch’io”, “è proprio quello che avrei voluto dire io, ma non ho trovato la forza di dire”.

Non so se il libro può fare lo stesso effetto a chi non conosce Ilaria e la sua vita, credo di sì, perché si percepisce la sincerità e la spontaneità con cui le poesie sono state scritte, come di getto, per un’urgenza catartica che non poteva essere più tenuta nel cuore. I disegni di Giulet, poi, completano l’opera.

*docente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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