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Da Adelfia l’appello disperato della mamma di Trifone Ragone Telefona a "Chi l'ha visto?" e chiede, in lacrime, che non vada nel dimenticatoio l'assassinio del figlio e della fidanzata di lui, Teresa, tre mesi dopo il duplice omicidio di Pordenone

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La signora Eleonora ha chiamato alle undici e mezza di sera. Una chiamata inaspettata, quasi al termine della trasmissione. E in diretta a “Chi l’ha visto?” la signora, quasi immediatamente, dall’altro capo del telefono, da Adelfia, è scoppiata a piangere. Sono passati tre mesi dal duplice omicidio di Pordenone, quello in cui sono stati uccisi, a colpi di pistola, Trifone Ragone, militare pugliese in servizio in Friuli, e la sua fidanzata siciliana, Teresa Costanza, originaria di Agrigento. Dopo le prime settimane di grande richiamo della storia, in cui si è parlato (e straparlato, non di rado) adesso c’è praticamente il silenzio. Semplice riserbo? Le indagini a che punto sono? La mamma di Trifone vuole la verità, per ciò che accadde davanti al palasport di Pordenone, la sera del 19 marzo, quando vennero freddati, Trifone e Teresa, mentre erano nella loro macchina. La mamma del militare pugliese rivendica la purezza dei due giovani, persone che non hanno scheletri nell’armadio e rammenta l’eduzione impartita al figlio, cresciuto all’insegna dell’aiuto agli altri. Gente per bene, ribadisce la signora Eleonora, che cerca la verità sulla fine del figlio e della fidanzata di lui. E si appella a chissà chi, a qualcuno, se qualcuno dovesse esserci, al corrente delle cose: chi sa parli. Rompa questo silenzio che è piombato sulla storia e le dia la verità.




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