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Covid, Gimbe: in Puglia contagi e attualmente positivi in aumento. Sempre stabili i ricoveri Volano le terze dosi

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Di Francesco Santoro:

In Puglia aumentano sia gli attualmente positivi per 100mila abitanti (raggiungono quota 141) che i contagi (+22,7 per cento rispetto alla scorsa settimana), ma i ricoveri restano stabili. La percentuale di occupazione delle terapie intensive è del 4,8 per cento e negli altri reparti ospedalieri è del 4,9 per cento. Si arresta leggermente la crescita di casi nel Foggiano (101 nuove infezioni ogni 100mila residenti), dove si registra comunque lo sforamento di uno dei parametri da cui dipende l’ingresso in zona gialla. Al contrario, peggiora la situazione nelle province di Brindisi (90), Lecce (64) e Bari (60) e Barletta-Andria-Trani (39), mentre nel Tarantino (47) migliora. È quanto emerge dal report della Fondazione Gimbe sull’evoluzione della pandemia da Covid-19. A livello nazionale, «da due mesi – afferma il presidente dell’organismo indipendente, Nino Cartabellotta- continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.456 il 15 ottobre a 17.795 il 14 dicembre».

Vaccinazioni 

In relazione alla campagna di protezione dal Coronavirus, stando all’analisi condotta dalla fondazione, l’80 per cento della popolazione pugliese over 12 è vaccinata con dosi e il 2,7 ha fatto solo una iniezione. Il tasso di copertura delle terze dosi, invece, è del 62,8 per cento, un balzo in avanti notevole che spinge la regione oltre la media nazionale. «Al 15 dicembre (aggiornamento ore 6:18) sono state somministrate 12.563.534 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che si è stabilizzata intorno alle 400mila somministrazioni al giorno – chiarisce Gimbe-. In base alla platea ufficiale (20.447.664), il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 61,4% con nette differenze regionali, dal 45,7% della Sicilia al 71,2% della Toscana».

La situazione nel Belpaese e la diffusione della variante Omicron in Europa

Il massimo esponente dell’organismo indipendente, afferma che, l’Italia  è entrata «in una fase critica della pandemia per la convergenza di vari fattori: la stagione invernale, gli oltre 6 milioni di non vaccinati, il netto ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, le imminenti festività natalizie che aumenteranno contatti sociali e contagi e, soprattutto, la progressiva diffusione della variante Omicron che secondo l’Ecdc diventerà prevalente in Europa entro i primi due mesi del 2022». Le ultime misure del governo? «Mirano ad innalzare la protezione nei confronti del virus- sostiene Nino Cartabellotta-, non hanno modificato i criteri per assegnare i colori alle regioni, definiti quando non erano noti il declino dell’efficacia vaccinale e la necessità delle terze dosi e non incombeva la minaccia di una variante così preoccupante. Criteri che lasciano» alle amministrazioni regionali «la massima autonomia nell’aumentare la disponibilità di posti letto per ridurre i tassi di occupazione, con il rischio di congestionare silenziosamente gli ospedali e limitare l’accesso alle cure ai pazienti non Covid».




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