Di seguito il comunicato:
«Questa è un’occasione storica. Un bivio netto, morale e civile: può scegliere di essere il primo sindaco di Taranto a non piegarsi». Lo scrittore Alessandro Brunello, trasferitosi da Milano a Taranto nel 2022, firma una lettera aperta al sindaco, Piero Bitetti, per esortarlo a dire no all’accordo sull’ex Ilva. «Io vengo dal Nord – spiega – ma ho scelto Taranto. L’ho scelta per amore dei tarantini, per rispetto verso le loro radici e le loro cicatrici». Brunello – che ha raccontato la sua storia nel bestseller “Cambio Vita, Vado al Sud” (Salani Editore) – chiede al neo primo cittadino un atto di coraggio, abbandonando le logiche peggiori della politica e scegliendo di entrare nella storia dalla parte giusta.
«Siamo in una congiuntura dove possiamo fare la differenza» e, con questo gesto, si rivolge non solo al primo cittadino, ma all’intera comunità culturale italiana, invitando artisti e intellettuali a mobilitarsi – «come già fanno da anni due figli autorevoli di questa città: Antonio Diodato e Michele Riondino» – per difendere la dignità e il futuro di Taranto.
«L’ex Ilva è un catorcio. Nel profondo del suo cuore, nel silenzio della sua coscienza, lo sa anche lei». Ed ecco l’invito a dare un segnale. «Ne ha l’investitura, il diritto, il dovere. Non sarà facile, ma resistere e dire no oggi è l’unica scelta dignitosa. Il potere di un sindaco in questo frangente è enorme, perché è sostenuto dal voto diretto dei cittadini, soprattutto nel caso di un mandato fresco come il suo».
Poi chiama a raccolta anche le altre coscienze: «Invito con questo stesso spirito anche altri scrittori, artisti ed esponenti del mondo culturale italiano a far sentire la propria voce».
Brunello ricorda di aver capito dal primo giorno «quanto questa splendida città e i suoi cittadini soffrano ingiustamente e quanto, allo stesso tempo, le grandi potenzialità del territorio possano farlo crescere nella direzione del bello». Poi fa riferimento all’unico incontro con Piero Bitetti, durante la campagna elettorale. «Quando le ho stretto la mano, l’ho chiamata sindaco. Lei ha sorriso e mi ha risposto: “Non sono ancora sindaco…speriamo”. Il punto è proprio qui: speriamo, in una città che da trent’anni pensa di essere senza speranze».
Brunello parla di una comunità «stanca, provata, spesso disillusa, ma non rassegnata». Da qui il monito: «Può diventare l’uomo che ha avuto il coraggio di dire “basta”. Basta al ricatto occupazionale, alla monocultura dell’acciaio, a un impianto energivoro e mortifero che consuma miliardi e restituisce malattia, marginalità e morte».
E poi l’ultimo, accorato, appello. «Se sceglierà la strada del coraggio diventerà l’uomo che ha restituito dignità a un popolo. Dia inizio a una nuova era per Taranto. Non firmi. Impegni tutta la sua forza per chiudere l’ex Ilva e per guidare Taranto verso un’alternativa concreta, già immaginata e proposta dal basso, da cittadini, esperti, comitati e associazioni. Lo faccia, e sarà ricordato per sempre. Dai tarantini. Dalla storia. Il coraggio conviene».