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Puglia: dal latte alla burrata il prezzo aumenta del 220 per cento, alla mozzarella 167 per cento Assessore regionale: accordo di filiera

Allevamento mucche

Di seguito un comunicato diffuso dalla Regione Puglia:

Raggiunta l’intesa per la regolamentazione dei rapporti commerciali nella filiera lattiero casearia pugliese. È il risultato raccolto dal tavolo tecnico che si è riunito questa mattina nel Palazzo regionale Agricoltura con l’Assessore al ramo, Donato Pentassuglia, e il direttore di Dipartimento Gianluca Nardone.

“Sono soddisfatto, e per questo ringrazio i preziosi contributi e l’impegno delle associazioni di categoria e di tutta quanta la filiera regionale – dichiara l’assessore Pentassuglia -, per un risultato che reputo di assoluta garanzia del lavoro e della qualità dei nostri prodotti.

Ho da subito assunto l’impegno, come dimostrato in questi mesi, a trovare soluzioni alla grave situazione di crisi che interessa i produttori pugliesi e alla questione dei costi della materia prima non allineati ai prezzi di vendita del latte alla stalla. Al Tavolo Latte ho voluto trasferire il sacrosanto principio che il prezzo di vendita del latte non deve essere inferiore al suo costo di produzione. Personalmente, anche in considerazione dei dati pubblicati da ISMEA (organismo deputato alla raccolta dei costi in agricoltura), ritengo etico e corretto che il mercato individui un prezzo di riferimento per la vendita di latte crudo non inferiore a € 0,44/lt a cui aggiungere eventuali premi legati alla qualità”.

“Alla luce di ciò – prosegue l’assessore – , anche sulla scorta dei contributi che ci sono pervenuti dalle associazioni, oggi siamo in grado di recepire un simile principio in un protocollo d’intesa legittimamente sottoscritto da tutte le rappresentanze professionali. Per questo raccolgo con soddisfazione la positiva partecipazione e l’adesione di tutte le parti coinvolte, soprattutto rispetto all’approccio da seguire e alle modalità tecniche di redazione del protocollo d’intesa”.

“La proposta d’intesa tra le parti – commenta il direttore Nardone – è stata oggi condivisa nei suoi aspetti tecnici ed è stata inviata al Tavolo Latte per una immediata e definitiva ratifica e sottoscrizione. Secondo le indicazioni dell’assessore Pentassuglia, la proposta contiene in premessa la forte adesione al principio etico di corrispondere agli allevatori un prezzo non inferiore al costo di produzione. Inoltre, al fine di favorire la trasparenza dei rapporti commerciali ed evitare future crisi del mercato, nel protocollo d’intesa sarà previsto l’impegno delle parti a definire un contratto standard su base annuale in cui il prezzo di vendita liberamente convenuto possa variare automaticamente in riferimento all’andamento dei mercati oltre a premiare adeguatamente le produzioni di qualità. Fornire al sistema produttivo un contratto tipo serve a rendere più chiaro e sereno il rapporto tra le Parti, anche in presenza di forti oscillazioni del mercato, e a favorire una corretta programmazione delle attività di tutte le imprese della filiera. La Regione Puglia, per conto suo, intende favorire l’adesione del comparto a tali condizioni di modernità ed efficienza prevedendo, per quanti si adegueranno, condizioni premiali o prioritarie ai fini dell’accesso agli incentivi di promozione e valorizzazione delle produzioni lattiero casearie regionali, ovvero nel caso di accesso ad investimenti agevolati”.

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

Dal latte alla burrata il prezzo aumenta del 220%, mentre dal latte alla mozzarella del 167%. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento alle inaccettabili pressioni al ribasso del prezzo del latte alla stalla e lo stato di crisi degli allevatori con forti tensioni che mettono a rischio tutto il sistema degli allevamenti in Puglia in un momento in cui con la pandemia Covid è necessario continuare a garantire le forniture alimentari alle famiglie.

Dal latte alla burrata il prezzo aumenta del 220%, mentre dal latte alla mozzarella del 167%, quando per fare un chilo di mozzarelle – insiste Coldiretti Puglia – servono 8 litri di latte con un costo di prduzione di euro 3,2 euro al chilo di mozzarelle venduto al banco ad 8,5 euro al chilo, mentre i costi di produzione per fare un chilo di burrate è pari a 5,5 euro, prodotto molto richiesto e venduto al consumo a 16 euro al chilo.

Con il via libera al decreto sulle pratiche sleali, con il superamento dell’Antitrust, è stato individuato l’ICQRF quale autorità nazionale di contrasto – specifica Coldiretti Puglia – per l’accertamento delle violazioni delle pratiche commerciali sleali e per la vigilanza sull’applicazione dell’articolo 62 con l’irrogazione delle relative sanzioni.

Peraltro i prezzi al consumo – continua Coldiretti Puglia – non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni del latte, che sono spesso al di sotto dei costi di produzione, con gli allevatori messi sotto pressione da prezzi troppo bassi a fronte del rincaro delle materie prime e dei foraggi, dal mais alla soia, a causa delle tensioni generate dalla pandemia.

L’analisi dei costi di produzione di 1 litro di latte alla stalla, secondo l’elaborazione di Coldiretti Puglia, indica che la voce ‘alimentazione degli animali’ assorbe 0,30 euro, la voce ‘manodopera’ 0,087 euro e 0,067 euro per spese generali come gasolio, bollette, manutenzioni per un totale di 0,45 euro al litro, mentre i prezzi riconosciuti agli allevatori sono spesso al di sotto dei 0,40 euro al litro alla stalla.

Coldiretti Puglia ha già denunciato lo stato di crisi degli allevatori in una lettera al Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’Assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia e ai Prefetti di Bari e Taranto, Antonia Bellomo e Martino Demetrio.

Una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori – aggiunge Coldiretti Puglia – è condizione imprescindibile per mettere al sicuro tutta la filiera e continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità che sostengono l’economia, il lavoro e il territorio pugliese, con l’allarme globale provocato dal Covid che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità delle filiere agroalimentari sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali e creare nuovi posti di lavoro.

A pesare nelle stalle inoltre – sottolinea la Coldiretti Puglia – sono gli effetti di fenomeni estremi come la siccità e l’afa con il forte aumento dei costi di produzione a partire da quelli energetici e per l’alimentazione degli animali nelle stalle con il mais che registra +50%, la soia +80% e le farine di soia +35% rispetto allo scorso anno.

Occorre intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – conclude Coldiretti Puglia – appena 1.400 stalle per la produzione di latte, decisivo  presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.




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