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Angelo Semeraro condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio di Martina Franca l’anno scorso, vittima Martino Aquaro Sentenza di primo grado in tribunale a Taranto, non passa la tesi della seminfermità mentale

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Angelo Semeraro non era gravato da seminfermità mentale. Per questo è stato condannato, in primo grado, a venti anni di reclusione. Uccise, il 7 febbraio dello scorso anno, Martino Aquaro, nella villa di quest’ultimo, alla periferia di Martina Franca. In quella casa ci fu una colluttazione fra i due, che si conoscevano in maniera approfondita. Aquaro venne poi sopraffatto da Semeraro che, è la tesi difensiva, perse completamente la testa e prese a bastonate l’anziano, decine di bastonate e coltellate, fino alla coltellata considerata (secondo l’autopsia) quella letale, al collo. Angelo Semeraro venne arrestato il giorno dopo l’omicidio e la sera di quella domenica terminò di rendere ai poliziotti la confessione su cosa avesse, secondo l’assassino, originato quella conoscenza e poi quel delitto: vessazioni, di tipo sessuale secondo Semeraro. Non si è tenuto conto dunque, nel sentenziare, di quanto avvenuto durante il procedimento: l’incidente probatorio, da cui scaturiva la capacità di intendere e di volere di Semeraro, annullato su iniziativa del legale dell’imputato, Luigi Palmieri. Era stata riconosciuta, in quella sede, la seminfermità di Angelo Semerato. Da qui Palmieri ripartirà, con ogni probabilità, per costruire la linea difensiva in appello.

(foto: l’ingresso della villa, la mattina dopo l’assassinio)

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