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I pazienti Covid in Riabilitazione Disabili, che fine fanno?

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Medicina Fisica e Riabilitativa e l’associata Unità Spinale Unipolare del Policlinico di Bari si potrebbero occupare della gestione di malati di coronavirus. L’ipotesi è stata discussa ieri dal direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore, con il primario pro tempore, Pietro Fiore, attuale ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa all’Università di Foggia. Quest’ultimo, in precedenza, si era reso disponibile ad assistere i malati Covid. Il personale della Riabilitazione non risulta però avere delle competenze specialistiche in malattie infettive respiratorie.
La Giunta regionale pugliese, con la delibera 525 dell’8 aprile, ha istituito la rete ospedaliera di emergenza denominata “Piano Ospedaliero SARS-CoV2” in attuazione delle disposizioni nazionali. Nella circostanza ha attribuito quaranta posti letto per i malati Covid alla Lungodegenza della Medicina interna del policlinico barese. Nessuno, invece, alla Riabilitazione, probabilmente in considerazione delle diverse professionalità del personale delle due unità operative (nell’immagine, la relativa pagina della delibera regionale).
L’intesa tra Migliore e Fiore, se concretizzata, potrebbe ridiscutere le prestazioni standard che la Riabilitazione stessa fornisce. Attualmente Medicina Fisica e Riabilitativa, un’eccellenza del policlinico barese che serve una vasta utenza, è stata trasferita momentaneamente da Asclepios, come le altre unità lì dislocate, perché la palazzina è stata adibita alla cura dei malati Covid. Provvisoriamente è ospitata in due stanze a Ortopedia, con una netta riduzione dei posti letto e con dei seri problemi nella gestione dei pazienti a causa degli spazi stretti. L’attività ambulatoriale è sospesa sine die, con disagi notevoli per i fruitori.
Il punto interrogativo d’una eventuale riconversione della Riabilitazione alla cura dei malati Covid riguarda il destino dei normali disabili che hanno finora costituito l’utenza dell’unità operativa. L’Unità Spinale Unipolare rappresenta un riferimento essenziale per i pazienti mielolesi e da tempo le associazioni dei disabili ne chiedono l’ampliamento. Fin dal 2008, quando la Regione Puglia la istituì attuando un progetto dell’Azienda ospedaliera di Bari e accogliendo le richieste della Faip, la federazione delle associazioni dei malati para-tetraplegici presieduta da Vincenzo Falabella, è stata considerata un unicum della sanità pugliese e meridionale. Il solo centro per la cura della spasticità, invece, a pieno regime si occupa della salute di novecento persone: è difficile immaginare, al policlinico di Bari, un’utenza numericamente analoga di pazienti Covid. Il centro è considerato il primo in Italia e il secondo in Europa.

D’altro canto, la gestione della pandemia determina lo stanziamento di fondi che suscitano l’attenzione dei management delle aziende sanitarie per le diverse esigenze dei servizi. In Puglia questa situazione, anche su impulso della politica, potrebbe ridisegnare alcuni aspetti del sistema sanitario regionale.


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