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L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco: «La variante Omicron rappresenta comunque una minaccia» Secondo il consigliere regionale della Puglia la presunta minore letalità della nuova mutazione rispetto alla Delta non deve far pensare che il pericolo sia cessato

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Di Francesco Santoro: 
«Se fosse anche vero che la variante Omicron sia meno letale della Delta, la sua capacità di diffusione nella popolazione rappresenta comunque una minaccia. Andiamo dunque avanti con la vaccinazione e, con un po’ di pazienza, almeno per il prossimo autunno-inverno non abbassiamo la guardia con mascherine, ventilazione degli interni e distanziamento». Così l’ex assessore regionale alla Sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco, che invita a tenere la guardia alta e, quindi, a proteggersi dal Coronavirus col suo pericoloso armamentario di mutazioni.
Stando al professore dell’Università di Pisa, la tesi secondo cui la Omicron potrebbe avere una inferiore letalità rispetto alle precedenti forme virali non deve far pensare che la minaccia sia cessata. «Sars-CoV-2 è pericoloso per chi lo contrae senza alcuna difesa immunitaria, a prescindere dalle varianti- prosegue Lopalco-. La letalità nel corso della pandemia tende naturalmente a diminuire per fenomeni di adattamento della popolazione umana (e non viceversa). Il primo fenomeno purtroppo è legato al fatto che i più deboli muoiono nelle prime ondate della pandemia, perché non si fa in tempo a proteggerli con la vaccinazione. Nelle ondate successive, poi, il livello di immunità della popolazione aumenta progressivamente grazie alla combinazione vaccinazione/infezione naturale. Il virus, circolando, incontra dunque una popolazione sempre più resistente».
Il vaccino come arma per contrastare l’avanzata del Coronavirus: il consigliere regionale non ha dubbi. «Se si vanno ad analizzare i numeri assoluti di individui che non sono stati vaccinati e non hanno avuto l’infezione, ci accorgiamo che sono ancora dell’ordine di milioni di persone- spiega Lopalco-. Il semplice fatto di essere più trasmissibili è di per sé una minaccia. Il virus infatti, circolando velocemente anche fra chi è parzialmente immune (vaccinato o guarito), incontrerà comunque moltissimi individui che risponderanno all’infezione sviluppando forme gravi di malattia perché completamente scoperte da un punto di vista immunitario. Fra questi coloro che non sono mai stati vaccinati (inclusi bambini e adolescenti) e coloro che hanno perso sostanzialmente la protezione delle prime dosi di vaccino. Molti anziani e adulti che non hanno ancora fatto il richiamo si trovano in quest’ultima situazione».
Intanto dal Sudafrica arrivano i risultati di uno studio condotto su poco meno di 80mila test Pcr tra il 15 novembre e il 7 dicembre: due dosi di vaccino Pfizer proteggono al 70 per cento dalla malattia grave anche contro la Omicron, 23 punti percentuali in meno rispetto alla Delta. Il livello di tutela dalle forme più severe del morbo indotto dal siero sviluppato dal colosso farmaceutico statunitense e dalla tedesca BioNtech pur abbassandosi resta, dunque, elevato, ma l’invito a non sottovalutare i rischi derivanti dal contagio è quanto mai opportuno.




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