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Martina Franca: calcio a 5, che è successo sabato fuori dal palasport? L'Asti: "trasferta da incubo". Il Martina rischia un ricorso. E rischia in classifica

calcio a 5

Che è successo l’altro ieri a Martina Franca prima della partita di calcio a 5 di serie A? Ad Asti un notiziario online racconta cose tremende, a proposito della trasferta dei piemontesi, definita da incubo, con pullman astigiano assediato fuori dal palasport. E a dire il vero, la partita è iniziata con oltre mezz’ora di ritardo rispetto al previsto. Adesso l’Asti farà anche ricorso, con ogni probabilità, avverso quel risultato di pareggio 3-3 che per i capoclassifica piemontesi è un punto importante, ma che per il Martina è un punto d’oro ai fini della salvezza e dell’accesso ai play off. Perderlo, eventualmente, per atti assolutamente lontani dallo spirito sportivo, atti di teppismo e violenza secondo quanto raccontano da Asti, sarebbe anche stupido e la comunità di Martina Franca deve immediatamente disconoscerli. Al contrario, se la ricostruzione dei piemontesi dovesse essere infondata, si agisca di conseguenza. Di seguito il resoconto di sportasti.it:

Trasferta pugliese da incubo per l’Asti Calcio a 5 a Martina Franca, ma non per quanto successo sul parquet nella sfida contro la squadra locale.

E’ quanto successo fuori dal palazzetto pugliese che non ha niente a che vedere con lo sport ed è anche il motivo per cui la partita (che si è chiusa 3 a 3) è iniziata con 40 minuti di ritardo, proprio nella giornata in cui tutte le gare dovevano iniziare allo stesso orario per garantire la regolarità del campionato stesso (peraltro già alle prese con la smobilitazione della Marca a metà campionato).

Per spiegare quanto successo usiamo le parole del comunicato emesso pochi minuti fa dalla società orange che riportiamo integralmente.

“Solitamente, al termine della partita, è normale scrivere di reti, azioni da gol e parate, ovvero di quanto fa parte dell’aspetto sportivo connesso alla competizione. Ma questa volta no! Questa volta “tocca” parlare di aspetti di cronaca, di brutti momenti che hanno vissuto una quindicina tra atleti, tecnici e dirigenti astigiani e che hanno inevitabilmente influito sull’intero aspetto sportivo, compreso l’esito finale della gara.

Quando ti trovi oltre venti persone ad assediare il tuo pullman, quando subisci minacce sulla tua integrità fisica (sia attuali sia future, vista la millantata conoscenza del luogo di ricovero dell’Asti calcio a 5), quando è il locale autista del bus a fare dietro-front e a schiacciare l’acceleratore lontano dal pericolo e quando sono le stesse forze dell’ordine a richiede i rinforzi (arriveranno prontamente molti agenti in divisa anti-sommossa) ed a vietare di avvicinarsi all’impianto di gioco, fino almeno che la situazione non sia sotto controllo delle autorità, allora è chiaro che il 3-3 finale non ha alcun senso.

Non ha senso, perchè è frutto dell’intimidazione di persone che hanno quale unica colpa (a detta degli assalitori) di essere matematicamente primi e senza bisogno di fare punti. Non ha senso, perchè iniziata con molto ritardo rispetto alle altre gare, con la possibilità di conoscere i risultati già conseguiti dalle concorrenti. Non ha senso, perchè i giocatori nero-arancio hanno potuto beneficiare di un tempo limitatissimo per il riscaldamento. Non ha senso e basta!

A questo punto, stigmatizzato fortemente il comportamento dei tifosi pugliesi, non c’è che da attendere una decisione esemplare da parte del Giudice Sportivo ed una indagine da parte della Procura Federale, nei confronti di una società che aritmeticamente disputerà (ad oggi) i playoff. Con quale spirito, dopo i fatti odierni, qualsivoglia avversario affronterà i padroni di casa, sicuri (sempre ad oggi) di disputare gara 1 in casa?

LONA


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