Di seguito un comunicato diffuso da Altroconsumo:
Tre persone su 10 pensano che la loro casa non sia pronta per affrontare le conseguenze della crisi climatica. I consumatori chiedono più sostegno, azioni e informazione per affrontare il cambiamento climatico.
Il 2024 ha segnato il periodo più caldo dal 1850 e, per la prima volta, la temperatura globale ha superato di oltre 1,5 °C i livelli preindustriali, superando la soglia critica fissata dall’Accordo di Parigi. Questo aumento ha provocato in Italia eventi meteorologici estremi, tra cui ondate di calore e siccità in Sicilia e Sardegna, oltre a piogge torrenziali che nel Centro-Nord hanno causato inondazioni, portando alla dichiarazione dello stato d’emergenza.
Altroconsumo ha quindi sottoposto ad un campione rappresentativo della popolazione italiana un questionario per indagare sulla loro conoscenza del tema e sui timori legati alla crisi climatica.
Dall’indagine Altroconsumo emerge che quasi la totalità degli intervistati riconosce l’entità del problema climatico e il 72% respinge l’affermazione «Il cambiamento climatico non sta realmente avvenendo».

Inoltre, 4 italiani su 5 sono consapevoli dei segnali dei cambiamenti in atto, specialmente per quanto riguarda le temperature elevate e gli eventi meteo estremi. Gli effetti del riscaldamento globale hanno un forte impatto anche sulla vita quotidiana, con l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dei consumi energetici, fattori che generano preoccupazione e alimentano l’eco-ansia. Quasi la metà degli intervistati, infatti, esprime preoccupazione, con una correlazione tra il livello di informazione e l’intensità dell’ansia. Approfondendo le ripercussioni emotive, cognitive e funzionali della crisi climatica, secondo la scala di Clayton & Karazsia, 2020, si può osservare che i soggetti più vulnerabili all’eco-ansia sono gli under 40, in particolare se con figli a carico.
Dall’indagine è emerso anche che la maggioranza delle azioni messe in atto dagli intervistati per fronteggiare la crisi climatica, come ridurre il consumo di acqua e l’utilizzo del riscaldamento, hanno prevalentemente una motivazione economica, centrata sul risparmio di risorse e denaro.
Tuttavia, il cambiamento climatico incentiva anche uno stile di vita più sostenibile. Il 42% del campione, ad esempio, medita di ricorrere alle energie rinnovabili. In generale, si sceglie di adottare uno stile di vita più green consumando cibo di stagione, riducendo l’uso di plastica e riciclando di più.

I consumatori ripongono comunque grandi speranze nella scienza e nella tecnologia, convinti che saranno queste ultime a fornire le soluzioni più efficaci per affrontare la crisi climatica. Tuttavia, molti ritengono di poter dare anche il proprio contributo, se messi nelle giuste condizioni economiche. Chiedono, quindi, che il governo offra supporti concreti ai cittadini, adottando strategie più incisive per la tutela dell’ambiente. Le priorità, secondo gli intervistati, includono investimenti nel trasporto pubblico, la lotta alla fast fashion, e lo sviluppo della rete ferroviaria europea.
L’indagine evidenzia che c’è ancora molto da fare in termini di informazione e consapevolezza tra i consumatori per contrastare il cambiamento climatico. È necessario, quindi, avere interlocutori in grado di fornire informazioni chiare, accurate e facilmente comprensibili, su cui i consumatori possano fare affidamento. Questo è il ruolo di Altroconsumo, che si concretizza con l’iniziativa “Impegnati a cambiare” per costruire insieme una nuova cultura del consumo, dove ogni scelta individuale possa contribuire al benessere collettivo e con la partecipazione a “Fa La Cosa Giusta”, dove dal 14 al 16 marzo sarà presente con uno stand, attività ludiche e interventi di approfondimento.






