Di Angela Maria Centrone
In questi giorni a Firenze c’è grande fermento per l’inizio delle riprese della terza stagione della fortuna serie spagnola “La casa de papel”. In particolare è la presenza di Berlino a destare clamore nel pubblico. Il personaggio, interpretato da Pedro Alonso, è morto alla fine della seconda stagione sulle note di “Bella Ciao”: un eroe negativo che ha conquistato il cuore dei fan.
Nella storia del cinema il racconto di rocambolesche rapine sembra non stancare mai. Anzi, pare che ogni regista debba, prima o poi, dedicarsi al tema. Si pensi a Monicelli con “I soliti ignoti”, solo per citarne uno. Come se, in fondo, ognuno di noi covi nel profondo il desiderio sordido di intraprendere una clamorosa rapina, per poi fuggire in qualche paradiso tropicale. E quando il furto, di fatto, è ai danni di multimilionari – come in “Ocean’s Eleven” e vari sequel – sicuramente i malviventi conquistano in toto le simpatie degli spettatori. Ma Álex Pina, ideatore e sceneggiatore de “La casa de papel”, addirittura, nella famosissima serie prodotta da Netflix, trasforma dei banditi “senza nulla da perdere” in partigiani: una resistenza moderna alla dittatura del sistema bancario odierno, laddove gli Stati si preoccupano di salvare dal fallimento le banche, ma non il popolo. È così che il Professore, sempre un passo davanti alla polizia, motiva il suo dettagliatissimo piano – ovvero rapinare la Zecca di Stato spagnola –






