Di seguito un comunicato diffuso da Romano Pesavento, presidente del coordinamento nazionale docenti delle discipline dei diritti umani:
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in merito alla pubblicazione delle graduatorie dei docenti aspiranti alla mobilità annuale per l’anno scolastico 2025/2026, esprime profonda preoccupazione e amarezza per l’andamento dei criteri adottati e per le gravi distorsioni che si stanno consolidando nel sistema di assegnazione delle cattedre.
Dall’analisi dei dati e dalle numerose segnalazioni ricevute, emerge un aumento esponenziale dei beneficiari della Legge 104/1992, in particolare nelle regioni del Sud Italia. Un fenomeno che, seppur fondato su una norma di civiltà volta a tutelare i più fragili, viene spesso utilizzato in modo improprio, anche per parenti affini come i suoceri, configurando un uso strumentale che snatura la finalità della legge stessa.
Tale condizione risulta particolarmente rilevabile nella classe di concorso A046 – Discipline giuridiche ed economiche, dove la percentuale di beneficiari della 104 ha registrato un incremento significativo, incidendo in maniera determinante sulla formazione delle graduatorie e sulle possibilità di mobilità per i docenti che non possono avvalersi di tali agevolazioni.
Il quadro socio-economico di molte aree del Sud, come confermano i dati ISTAT, mostra nuclei familiari in cui è frequente la presenza di membri precari, disoccupati o non regolarizzati. In questo contesto, la possibilità di far valere la 104 diventa spesso un canale privilegiato per ottenere trasferimenti o assegnazioni, a scapito della trasparenza e della competenza professionale.
La mancata introduzione di un punteggio specifico legato al merito – basato su anni di servizio effettivo e titoli culturali – ha aperto nuovamente le porte a un sistema in cui l’assistenzialismo, privo di controlli stringenti, prende il sopravvento sul riconoscimento dell’impegno e della professionalità. Ancora più paradossale risulta la scelta di considerare il dato anagrafico tra i criteri di priorità: un approccio che svilisce ogni logica meritocratica e che non premia chi, con dedizione e sacrificio, ha investito nella propria formazione e nella qualità dell’insegnamento.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha purtroppo avallato una modalità di assegnazione che perpetua una cultura dell’assistenzialismo, anziché promuovere una scuola fondata su regole chiare, meritocrazia e responsabilità. Una decisione che mina la credibilità delle istituzioni scolastiche e mortifica il lavoro di migliaia di docenti che credono in un’istruzione equa e di qualità.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani chiede con forza un’inversione di rotta: serve un sistema di mobilità trasparente, fondato su criteri oggettivi e verificabili, capace di garantire pari opportunità e di premiare chi ha dimostrato competenza e dedizione sul campo. La scuola italiana non può permettersi di essere ostaggio di logiche clientelari o di norme applicate senza rigore.
prof. Romano Pesavento