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Salento: alcuni appuntamenti oggi Teatro, archeologia ed altro

27 agosto   Parco Archeologico di Rudiae Anfiteatro

Di seguito alcuni comunicati:

Venerdì 8 dicembre (ore 20:45 – ingresso 10/8 euro) prende il via Per un teatro umano, stagione di teatro e danza del Teatro Comunale di Novoli. La compagnia Les Moustaches di Bergamo propone il fortunato spettacolo La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli con Damiano Spitalieri, Alberto Gandolfo e Federico Bizzarri.

Ciccio Speranza è un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio Speranza vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente sofocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. Ciccio Speranza ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare. In una sperduta provincia di un’Italia sperduta, la sperduta famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perchè non sanno fare pasta, patate e cozze. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, il nostro protagonista, in tutù rosa non smettera mai di danzare, raccontandoci la sua vita cosi come la desidera. Ciccio appartiene ad un mondo lontano, senza alcuna possibilità di esaudire il proprio sogno. Il suo destino è segnato, il suo carattere è condizionato, la sua vita è sofocata da un ambiente che gli sta stretto come un cappottino antigelo sta stretto ad un bulldog inglese. Dunque, perchè rattrappire i propri istinti? Solo perchè la cicogna ci ha fatto cadere lontano dalla terra promessa? Perchè sentirsi schiacciati da una famiglia che non vuole conoscere un mondo che sta oltre il proprio campo di fagioli?

“La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” prosegue a Novoli la sua fortunata tournée teatrale. Nato sotto i migliori auspici, con la trionfale accoglienza critica al debutto al Fringe Festival di Roma (gennaio 2020, tre premi vinti – Critica, Miglior Spettacolo, Fersen), lo spettacolo ha dovuto interrompere la sua promettente corsa per lo scoppio della pandemia. Non appena è stato di nuovo possibile, lo spettacolo è tornato in scena e ovunque è stato accolto con grande affetto e attenzione. Tra i riconoscimenti nazionali, la partecipazione come finalisti ai festival Direction Under 30-2020 e In-Box 2021. Merito di una scrittura ispirata, attraverso cui il drammaturgo Alberto Fumagalli tasta il basso (una complicata esistenza famigliare, ai margini della società), con slanci di vera poesia. La quotidianità ottusa e patriarcale di una famiglia contadina è regolata dal susseguirsi delle stagioni. Ma anche dalla progressiva voglia di emancipazione del secondogenito Ciccio, sognatore malgrado tutto. Non fosse altro per il suo desiderio di diventare ballerino (con tanto di tutù rosa, che alimenta il pregiudizio), nonostante la stazza imponente. I tre attori condividono la scena in forte armonia. La loro fisicità rimane impressa. E suggerisce caratteri, poi ribaltati dall’andamento delle vicende di cui sono protagonisti. Alberto Gandolfo è il padre; Federico Bizzarri interpreta il figlio maggiore; Damiano Spitaleri nel ruolo di Ciccio Speranza. Il terzetto è abilissimo, anche per come affronta la lingua inventata con cui si esprimono i loro personaggi. Un comprensibile mix di espressioni arcaiche e dialettali, che contribuisce a definire il piccolo mondo – fuori dal tempo e dallo spazio – in cui agiscono. “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” è stato importante per le carriere dei tre protagonisti, fra i nomi nuovi su cui il teatro, il cinema e la serialità nazionale hanno deciso sempre più di puntare. Discorso simile per i registi D’Auria-Fumagalli. Romana lei, di Bergamo lui (rispettivamente classe 1996 e 1990), fanno coppia anche nella vita. La loro collaborazione è proseguita con “L’ombra lunga del nano”, approdato al Festival d’Avignone. Il nucleo dei Les Moustaches si completa con le figure professionali di Tommaso Ferrero, Pietro Morbelli e Giulio Morini che insieme a Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli rimarcano una poetica chiara, necessaria ed efficace che parla a tutti con profondità di contenuto.

La stagione è organizzata nell’ambito del progetto Teatri del Nord Salento, promosso da Factory Compagnia Transadriatica in collaborazione con Blablabla, con il sostegno di Regione Puglia, i Comuni di Trepuzzi, Campi Salentina, Guagnano, Leverano, Novoli.

 

Ingresso 10 euro – ridotto 8 euro
Info 3208607996 – 3207087223 – 3403129308
www.facebook.com/legamiteatridelnordsalento
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Venerdì 8 dicembre (ore 17:45 – ingresso 8/6 euro) al Teatro Carmelo Bene di Campi Salentina la rassegna Ci vuole un fiore – famiglie a teatro ospita Pinocchio, spettacolo musicale per attori, pupazzi e un burattino di legno del Teatro del drago di Ravenna (dai 4 anni) con Mariasole Brusa, Roberta Colombo, Andrea Monticelli, Mauro Monticelli, Gianluca Palma, Flaminia Pasquini Ferretti. In scena alcuni tra i migliori artisti italiani del teatro di figura, pupazzi animati a vista, burattini, effetti di luce e le musiche realizzate appositamente per lo spettacolo dall’ensemble Morrigan’s wake. Prima dello spettacolo (ore 16:30 – ingresso gratuito con prenotazione 3207087223) il laboratorio di giochi teatrali L’alfabeto dei gesti a cura di BlaBlaBla.

Pinocchio propone dodici scene per raccontare senza parole ma con l’uso di un linguaggio fantastico ed evocativo come il grammelot, una delle opere universali della letteratura mondiale conosciuta dai bambini di Tokio come da quelli di Tunisi o da quelli di Taiwan (esperimenti già compiuti). La trama rispecchia i personaggi delle immagini di Alain Letort, artista francese che ha reso omaggio al famoso burattino disegnando dodici tavole a china, colorate in seguito da Gianni Plazzi, creando “quadri e scene” indipendenti, come in un collage che ripercorre visivamente la famosa storia di Collodi. Nello stesso spazio si muovono anche gli attori, accompagnatori fissi dei pupazzi, in una “animazione a vista” che è parte integrante dell’espressione e della ricerca condotta dalla compagnia. La Famiglia Monticelli è una famiglia d’arte che produce e promuove spettacoli di burattini e marionette dalla prima metà del XIX secolo. Nel 1979, i fratelli Andrea e Mauro costituiscono il Teatro del Drago. L’attività si sviluppa su due versanti artistici: quello della tradizione, con gli spettacoli di burattini tradizionali dell’Emilia Romagna tratti da antichi canovacci di proprietà della Famiglia e la conservazione dei materiali della Collezione Monticelli, e quello della ricerca attraverso gli spettacoli di teatro di figura contemporaneo, dove si concretizza una personale linea artistica, originale sia nell’impiego dei materiali che nelle tecniche di animazione. Affianca all’attività di produzione, un intenso lavoro di promozione del teatro di figura, creando, collaborando, ideando rassegne, stagioni, festival ed eventi culturali.

La rassegna Ci vuole un fiore – Famiglie a teatro fa parte del progetto Teatri del nord Salento, promosso da Factory Compagnia Transadriatica in collaborazione con BlaBlaBla, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese, delle amministrazioni comunali di Campi Salentina, Guagnano, Lecce, Leverano, Novoli, Trepuzzi e della Biblioteca OgniBene di Lecce (Nuova biblioteca di comunità di Lecce finanziato dalla Regione Puglia – avviso pubblico Smartin community Library POR PUGLIA 2014-2020).

 

Info e prenotazioni
3208607996 / 3207087223 / 3403129308
www.facebook.com/legamiteatridelnordsalento
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Dall’8 al 10 dicembre proseguono, in occasione del Ponte dell’Immacolata, le visite guidate nel Parco archeologico di Rudiae a Lecce. Venerdì 8 alle 11, sabato 9 alle 11 e alle 15 e domenica 10 alle 11 (ingresso 8/6 euro) il pubblico sarà accompagnato alla scoperta della città prima messapica (VII sec. a.C.) e poi romana (III sec. a.C.), nota soprattutto per aver dato i natali al padre della letteratura latina Quinto Ennio (239-169 a.C.). Gli scavi archeologici, avviati sin dalla seconda metà dell’ottocento grazie al Duca Sigismondo Castromediano con la direzione di Luigi De Simone, hanno riportato alla luce aree di necropoli, tombe ipogee scavate nella roccia, porzioni delle fortificazioni messapiche, oltre a tratti di strade basolate, luoghi di culto ed edifici pubblici di età romana. Al centro dell’insediamento si conserva l’Anfiteatro romano, costruito durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.) e riportato alla luce recentemente. Lecce può vantare, infatti, due anfiteatri romani a distanza di pochi chilometri: quello di Lupiae in Piazza Sant’Oronzo, nel cuore della città, e quello dell’antica Rudiae, nelle campagne alle porte del capoluogo salentino sulla via per San Pietro in Lama. Durante le visite sarà ricordata anche la figura di Otacilia Secundilla, una giovane donna romana vissuta duemila anni fa che, con la sua opera filantropica ha donato le economie proprio per la costruzione dell’Anfiteatro. Rudiae è uno dei siti archeologici più importanti del Salento, oggi fruibile grazie al partenariato pubblico-privato per la promozione e valorizzazione stipulato tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e A.R.Va srl – spin off dell’Università del Salento, anche sulla base di un preventivo accordo tra la stessa Soprintendenza e il Comune di Lecce.  Info e prenotazioni parcoarcheologicorudiae.it

LA VISITA
Il percorso di visita di Rudiae prende avvio dall’area di Fondo Acchiatura. Qui è possibile visitare le strutture archeologiche messe in luce nel corso dei vecchi scavi degli anni ’50, ovvero le due strade basolate ortogonali, il luogo di culto e l’ipogeo ellenistico, al quale non è possibile accedere. Dopo aver visitato i resti archeologici di Fondo Acchiatura, il percorso prosegue sul lato nord dove un varco nel muro a secco consente un’affascinante veduta dall’alto dell’anfiteatro al quale si accede mediante una rampa di scale in acciaio situata in corrispondenza dell’ingresso sud del monumento; il sito è parzialmente fruibile anche per persone con disabilità motoria, poiché è presente un percorso semi-sterrato lungo il lato est che, attraverso una rampa in terra, permette di scendere nell’anfiteatro dall’ingresso nord. La visita, supportata dal virtual tour su tablet e da pannelli con foto, ricostruzioni virtuali e illustrazioni grafiche, permetterà di scoprire tutte la fasi di vita e monumentalizzazione dell’area, a partire dall’Età messapica, quando fu realizzata la cisterna (lacus) per la raccolta delle acque meteoriche, fino ad arrivare alla costruzione dell’anfiteatro nei primi anni del II sec. d.C., durante il regno di Traiano. In seguito, si risale dalla rampa in terra e da lì si percorre la stradina perimetrale che consente una vista stupenda del settore ovest, dove è possibile osservare la stratificazione delle strutture del lacus, dell’anfiteatro e del muretto a secco ottocentesco, impreziosita dalla presenza degli ulivi. Oltre agli aspetti archeologici, il sito, distante dall’inquinamento acustico della città, è caratterizzato da un silenzio suggestivo, interrotto solo dal frinire delle cicale, e dagli aromi delle presenze botaniche mediterranee (timo, rucola a fiori bianchi, orchidee, ecc.), in grado di sviluppare molteplici percezioni sensoriali.

ARCHEOLOGIA A RUDIAE
Rudiae fu descritta già nel XVI secolo da Antonio De Ferraris, meglio noto con il nome di Galateo, il quale, nel Liber de Situ Japigiae (1558), denunciò per primo le distruzioni provocate nell’area archeologica dai lavori agricoli. Il luogo rimase a lungo in stato di abbandono e fu oggetto di ritrovamenti sporadici sino alla seconda metà dell’800, allorché, con l’istituzione della ‘Commissione Conservatrice dei Monumenti Storici e di Belle Arti di Terra d’Otranto’, il duca Sigismondo Castromediano promosse alcune campagne di scavo dirette da Luigi De Simone (1869-1875). Le indagini portarono alla luce alcuni ipogei, numerose tombe, ceramiche figurate di produzione attica e italiota ed epigrafi messapiche e romane, che andarono a formare il nucleo principale del Museo Provinciale di Lecce, costituito nel 1868 su volontà del Castromediano. Tra il 1957 e il 1959, la Soprintendenza alle Antichità condusse due campagne di scavo proprio in questo settore. Le indagini condotte sul campo da Giovanna Delli Ponti riportarono alla luce due ipogei ellenistici, tratti di strade basolate ed edifici monumentali di età repubblicana. Nel 1970 la zona compresa entro il limite delle mura messapiche fu sottoposta a vincolo archeologico per favorirne la tutela, senza che ciò comportasse, però, un programma di indagini sistematiche. Alla metà degli anni ’80 venne presentata al Ministero la proposta d’esproprio di Fondo Acchiatura e con la successiva acquisizione venne istituito il parco archeologico di Rudiae. Negli ultimi due decenni, le indagini topografiche realizzate dal Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento hanno consentito la redazione della carta archeologica del sito. A partire dal 2011 si è effettuato lo scavo dell’anfiteatro di Rudiae, in collaborazione tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto e Comune di Lecce, in un’area dell’insediamento messapico acquisita di recente dall’Amministrazione comunale, grazie ad un finanziamento PRUSST. Le ricerche hanno messo in luce quasi interamente l’anello perimetrale del monumento, i corridoi radiali (vomitoria) che dividevano la cavea in cunei e parte delle sostruzioni sulle quali poggiavano le file di sedili. Sempre nel 2011, nell’ambito del progetto di valorizzazione promosso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, sono stati condotti saggi di scavo nel settore nord-occidentale della cinta muraria di Rudiae. Gli scavi hanno interessato un tratto del fossato esterno e della possente fortificazione messapica, foderata sia verso l’interno che verso l’esterno da strutture murarie in opera quadrata con blocchi di calcare, per uno spessore complessivo di ca. 8 m. Lo scavo dell’anfiteatro è ripreso a partire dal novembre 2014 sino al settembre del 2015, con finanziamenti POIn FESR 2007-2013 (Valorizzazione delle aree di attrazione culturale – Linea 1), ed ha permesso di riportare in luce la metà sud dell’edificio da spettacolo sino al livello dell’arena. Tra il 2016 e il 2017, il nuovo progetto di recupero e valorizzazione dell’area archeologica di Rudiae, finanziato con fondi FSC 2007/2013, ha consentito di riportare alla luce il settore settentrionale del monumento e di effettuare un primo intervento conservativo delle strutture murarie, oltre al riposizionamento in situ di alcuni blocchi. Le attività sul campo, con il coordinamento scientifico di Francesco D’Andria, dirette dagli architetti Enrico Ampolo e Roberto Bozza, sono state effettuate dalle imprese Nicolì SpA (2014-2015) e De Marco SRL-Lithos SRL (2016-2017), con l’assistenza archeologica della società Archeologia Ricerca e Valorizzazione SRL (A.R.Va), spin-off dell’Università del Salento.

Il Parco Archeologico di Rudiae dista da Lecce circa 3 km in direzione sud-ovest. L’ingresso al Parco, dotato di un parcheggio interno nell’area di Fondo Acchiatura, è situato in Via A. Mazzotta (40°19’55.6″ N 18°08’46.3″ E), di fronte all’IISS Presta Columella. Per la visita (della durata di circa un’ora) si consigliano scarpe comode, copricapo/cappellino e acqua.


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@parcoarcheologicorudiae

Per info e prenotazioni
3491186667 – 3495907685
info@parcoarcheologicorudiae.it
parcoarcheologicorudiae.it

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