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Traslocatori: la pugliese presidente dell’associazione nazionale più rilevante Nicla Caradonna, Anit

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Nicla Caradonna è la presidente di ANIT FederTraslochi, la più rilevante associazione nazionale di traslocatori professionisti per imprese associate. Barese, già prima donna presidente d’una associazione nazionale di traslocatori, lei è referente della Caradonna Logistics, impresa pugliese giunta alla terza generazione che opera da oltre cinquant’anni in Italia e all’estero nella logistica e nei trasporti.

Perché avete costituito ANIT FederTraslochi?

«C’era l’esigenza di rendere i traslocatori protagonisti del loro destino. Fu questa la ragione per cui sorse l’ANIT, nel marzo 2022, per iniziativa di Clement Bolliger. La nostra volontà era interloquire con le istituzioni per salvaguardare e valorizzare la figura del traslocatore, un’attività spesso confusa con il trasporto, il facchinaggio, le pulizie. Ben presto abbiamo constatato i comuni obiettivi con FederTraslochi, storica associazione attiva già dal 1990. È stato per noi molto gratificante lavorare con persone come Giovanni Grillo, Claudio Fraconti, Fortunato Valente: professionisti capaci, preparati, leali, con i quali è stato facile trovarsi dalla stessa parte. L’ANIT aveva una composizione di soci prevalentemente centromeridionale, mentre FederTraslochi era radicata soprattutto nell’Italia settentrionale. È stato per tutti noi naturale unire le forze e diventare una sola associazione di riferimento per i traslocatori, ma soprattutto al loro servizio».

Quali sono i vostri principali obiettivi?

«Oltre che divulgare la cultura del trasloco, che è la nostra mission, e assicurare i nostri compiti istituzionali, cioè garantire la rappresentanza ai traslocatori e fornire loro formazione e servizi che gli consentano d’incrementare complessivamente la qualità delle prestazioni delle singole aziende, i nostri principali obiettivi sono: ottenere il riconoscimento giuridico della figura del traslocatore, interloquire con il Governo nazionale per l’inserimento nella legge finanziaria della detraibilità parziale del trasloco, definire nelle principali città italiane, prima fra tutte Roma con il suo territorio municipale che è il più vasto d’Italia, delle procedure efficaci ed efficienti per l’ottenimento dei permessi di Osp, cioè di occupazione del suolo pubblico per effettuare i traslochi».

A che punto siete?

«L’ANIT e FederTraslochi, sebbene abbiano terminato solo da poco più d’un mese la procedura di fusione, nell’attesa dei passaggi e dei tempi necessari hanno operato, fin dall’inizio del 2024, come se fossero una sola associazione. Questo è stato fondamentale perché siamo riusciti, grazie alla grande esperienza di contrattazione collettiva assicurata da Claudio Fraconti, a ottenere l’inserimento delle aziende di trasloco e delle mansioni dei traslocatori nel CCNL della Logistica. Per quanto riguarda la detraibilità del trasloco, la nostra proposta è: se lo Stato garantisce la detraibilità decennale di metà del costo dei traslochi, i clienti saranno invogliati a chiedere la fatturazione dei traslochi alle aziende che, per potergliela garantire, dovranno essere in regola. Si tratta quindi d’una soluzione che può andare bene a tutti: lo Stato introita dalla tassazione più di quanto spende per la detrazione, i clienti non rischiano di dover rispondere di furti, danni, incidenti come avviene servendosi di traslocatori abusivi, le aziende sono indotte a mettersi in regola se vogliono restare sul mercato e quelle virtuose non subiscono la concorrenza sleale di quelle abusive. In definitiva, ne guadagna la qualità dei servizi. Grazie a Federtrasporto, la nostra realtà di riferimento in Confindustria, abbiamo potuto incontrare il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, al quale abbiamo presentato al nostra proposta. Siamo ora in contatto con i tecnici del ministero per verificarne la fattibilità. Per quanto riguarda l’Osp per i traslochi, stiamo invece interloquendo con alcune delle principali amministrazioni delle grandi città italiane dove è necessario regolamentare adeguatamente la situazione, Roma prima di tutto, per verificare la fattibilità di una soluzione come quella adottata a Milano e a Torino, dove c’è una piattaforma alla quale ci si può rivolgere per chiedere il permesso e pagarne il relativo contributo con la certezza dei tempi per il rilascio».

Quali sono delle altre vostre prospettive?

«A febbraio abbiamo aderito al Protocollo d’intesa sulla legalità dei contratti di appalto nella Logistica promosso dalla Prefettura di Milano: si tratta d’un ulteriore passo in avanti per la qualificazione dei nostri servizi e per la valorizzazione del trasloco. L’avvenuta costituzione di una Sezione Giovani di ANIT FederTraslochi darà slancio all’associazione e alla realizzazione dei nostri progetti. Per quanto riguarda la nostra azione, intendiamo ⁠anche garantire agli associati dei servizi specifici gratuiti come l’ausilio del legale dell’associazione per dirimere le controversie con i clienti attraverso l’istituzione dell’arbitrato. Inoltre, ⁠garantire un’apposita assistenza sindacale. In generale la nostra attività punta a qualificare il trasloco in un mercato che tende a svilirlo. Ciò attraverso la divulgazione delle buone pratiche della cosiddetta cultura del trasloco, inclusa la cultura green, cioè la selezione del materiale di rifiuto che le nostre attività producono puntando a smaltirlo attraverso una filiera di riavvio al riciclo. Infine, con la partecipazione alla prima edizione di LTS EXPO a Napoli e alla decima del GIS EXPO di Piacenza, eventi internazionali di cui siamo stati patrocinatori, stiamo puntando a farci conoscere in un panorama più ampio che è quello della logistica».

 


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