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Cinghiali, 310 incidenti stradali in Puglia in nove mesi Manifestazione nazionale: anche agricoltori dal tarantino presenti a Roma

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia e a seguire un comunicato diffuso da Coldiretti Taranto:

In Puglia sono 310 gli incidenti stradali causati da animali selvatici nei primi nove mesi del 2019. E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti Puglia, in occasione del blitz davanti a Montecitorio di migliaia di agricoltori, allevatori, cittadini, esponenti istituzionali, sindaci e ambientalisti contro l’invasione dei cinghiali e degli animali selvatici ormai arrivati anche dentro le città.

 

Il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali è aumentato del 81% sulle strade provinciali nel periodo 2010-2018 secondo l’analisi Coldiretti su dati del rapporto Aci Istat.

 

“L’escalation di danni, aggressioni e incidenti che causano purtroppo anche vittime è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Puglia che nel giro di dieci anni sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita di agricoltori e automobilisti, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città”, ha denunciato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, a capo della delegazione di oltre 300 allevatori e agricoltori proveniente dalla campagne di Bari e Foggia, ma anche dal Salento.

 

Una vera e propria emergenza nazionale che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti e che – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – porta 3 italiani su 4 (72,7%) a considerare un pericolo per la circolazione sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzia Coldiretti – che dilaga dalla montagna alla pianura, dalle zone vicino ai fiumi fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all’83% dei residenti.

 

“Non si tratta più solo di una questione di risarcimenti ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Ora non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regione – ha chiesto il presidente Muraglia – ed avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci burocratici. Le aree rurali e anche le città, vedi quanto accade nel capoluogo di regione a Bari, sono invase da cinghiali che mettono a repentaglio l’incolumità delle persone, fanno razzia nei campi di frutta, legumi, piantine, ortaggi, con inevitabili ripercussioni anche di natura igienico-sanitaria”.

 

Ma si tratta – evidenzia la Coldiretti – solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati. Nel 2018 un incidente grave su 5 provocato dai selvatici è avvenuto di notte – spiega Coldiretti – ma sono le ore dell’alba e quelle del crepuscolo le più a rischio, con i branchi di cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane o distruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere – evidenzia Coldiretti – fino a 40 chilometri alla volta.

 

“Nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e del Parco Nazionale del Gargano è emersa l’inefficacia del sistema di cattura dei cinghiali con le gabbie – precisa il presidente Muraglia – che il presidente Tarantini ha intenzione di sostituire con il selecontrollo”, ha aggiunto Muraglia.

 

Particolarmente grave e ingestibile la situazione nelle aree rurali della Murgia barese e tarantina e in Capitanata, soprattutto nell’area del Gargano dove l’habitat risulta particolarmente favorevole.

 

“Si tratta di una situazione insostenibile – ha insisto il presidente Muraglia – che sta provocando l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali. Gli imprenditori agricoli ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette ma che, inevitabilmente, sconfinano nelle aziende agricole, sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati”.

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C’era anche la Coldiretti Taranto al completo questa mattina a Roma in Piazza Montecitorio, alla manifestazione nazionale organizzata da Coldiretti per denunciare le invasioni di cinghiali.
L’obiettivo è stato quello di porre sotto la lente di ingrandimento un’emergenza che sta provocando in tutta la provincia ionica l’abbandono delle aree interne, problemi sociali economici e ambientali con inevitabili riflessi e ricadute negative sul paesaggio e sulle produzioni.
“Non è mai stato così alto l’allarme nella nostra provincia, soprattutto nel versante occidentale, per l‘invasione dei cinghiali, favorita anche dall’habitat naturale”, ha detto Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Taranto. Non a caso, sui cartelloni di protesta ieri mattina si leggeva: “Il cinghiale campa, il campo crepa”, “Basta danni e paura, fate qualcosa”, “Il cinghiale ci piace, ma solo con la polenta”.
“I cinghiali – continua Cavallo – assediano stalle, causano incidenti stradali nelle campagne, ma rappresentano un pericolo anche per l’incolumità dei cittadini. Solo in Puglia sono 310 gli incidenti stradali causati da animali selvatici nei primi nove mesi del 2019. E nella nostra provincia, l’escalation di danni, aggressioni e incidenti è il risultato dell’incontrollata proliferazione di questi animali selvatici”. “Mettono a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita di agricoltori e automobilisti, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città”, ha denunciato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, a Roma a capo della delegazione di oltre 300 allevatori e agricoltori proveniente dalla campagne di Bari, Foggia, Taranto e anche dal Salento.
“La paura – continua Cavallo – dilaga dalla collina alla pianura, dalle zone vicino ai fiumi e ai canali fino a quelle sul mare. Famelici e in branchi, risalgono dalle gravine e cercano acqua e cibo. Fanno razzia nei tendoni, seminativi, campi di frutta, legumi, piantine, ortaggi con inevitabili ripercussioni anche di natura igienico-sanitaria”.
Una vera e propria emergenza che riguarda la provincia di Taranto, la Puglia, ma anche l’intero territorio nazionale, che, secondo l’indagine Coldiretti – Ixè, porta tre italiani su quattro (72,7%) a considerare un pericolo per la circolazione sui quasi 850mila chilometri di strade e autostrade italiane la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza.
“Non si tratta più solo di una questione di risarcimenti, ma è diventato un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Non possono più esserci alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regione – chiede Coldiretti Taranto – e per avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci burocratici”.




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