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Monopoli: stasera “Codici di amicizia” Omaggio a Shostakovich

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Di seguito il comunicato:

Grande intensità emotiva e valore simbolico, con un ensemble di interpreti di prim’ordine, per uno degli appuntamenti più attesi della XXI edizione di Ritratti Festival a Monopoli. Giovedì 7 agosto (inizio ore 21) il Chiostro di Palazzo San Martino accoglierà “Codici di amicizia”, un omaggio toccante e visionario, un ritratto potente di uno dei compositori più profondi e contraddittori del Novecento, Dmitri Shostakovich, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Una serata per riscoprire, tra le pieghe della musica, le fragilità, le sfide e i segreti di uno dei più grandi e complessi compositori del Novecento. “Codici di amicizia” è molto più di un concerto: è un viaggio nei segreti della musica, un elogio della follia lucida, un omaggio alla resistenza poetica di chi ha saputo dire l’indicibile con la forza invisibile del suono.

Il cuore della serata è la Sinfonia n.15, proposta in una straordinaria versione cameristica per violino, violoncello, pianoforte e percussioni firmata da Viktor Derevianko, con l’approvazione dello stesso Shostakovich. Una trascrizione rara, tanto più significativa perché nasce da un rapporto diretto e autentico: quando Derevianko – allievo del celebre Heinrich Neuhaus e di Maria Yudina, e stimato musicista e professore in URSS prima di trasferirsi in Occidente – gli propose l’idea, il compositore reagì con il suo consueto sarcasmo: “Vai a lavorare e vediamo cosa esce!” Ma, quando l’arrangiamento fu completato, Shostakovich non solo lo approvò senza modifiche, ma scrisse a Derevianko una lettera di sentiti complimenti, riconoscendone la sensibilità e l’equilibrio.

Anche in questa sinfonia, come in molte altre (la Quarta, la Terza), il contenuto è, per così dire, criptato, nascosto sotto la superficie. Due cristallini colpi di triangolo aprono la partitura: poi temi giocosi introducono in ambiente ludico che rievoca l’infanzia e il mondo dei giocattoli. Ma è solo un’apparenza. Tra le pieghe di quella leggerezza si insinua un’ironia sottile, acuta, che arriva a citare perfino il celeberrimo tema del Guglielmo Tell di Rossini. Cosa ci fa Rossini in una sinfonia sovietica del 1971, scritta da un uomo malato, segnato da decenni di contraddizioni e censure? È una provocazione, una maschera, o una fuga?

Poi, tutto cambia. Il secondo movimento, Adagio, si apre con accordi gravi, quasi funebri. Un violoncello solo intona una melodia di struggente bellezza, su un registro esteso e profondo. Il tono diventa lugubre, intimo, quasi sacrale. Cosa si sta seppellendo? Un’epoca? Degli ideali? Le illusioni di un’intera generazione? In questa sinfonia sospesa tra vita e morte, parodia e dolore, Shostakovich lascia un messaggio tanto personale quanto universale – e il regime sovietico fece di tutto per nasconderlo.

Non è un caso che David Lynch, regista dell’inquietudine e del mistero, abbia scelto di evocare proprio le atmosfere della Sinfonia n.15 per la colonna sonora del suo capolavoro Blue Velvet, commissionandone l’adattamento a Angelo Badalamenti.

Ma il concerto non si ferma qui. A precedere l’esecuzione della Sinfonia, un momento di rara intensità: la Sonata per clarinetto e pianoforte di Mieczysław Weinberg, compositore sovietico di origine polacca con radici ebraiche e amico fraterno di Shostakovich. La scelta di aprire la serata con questa pagina cameristica non solo restituisce il giusto merito a un compositore raffinato e sensibile troppo spesso ingiustamente trascurato, ma aggiunge un ulteriore livello di profondità al programma, raccontando un legame musicale e un rapporto umano di straordinaria empatia e vicinanza spirituale.

A interpretare questo percorso artistico denso di riferimenti e suggestioni sarà un ensemble d’eccezione con musicisti di altissimo profilo e provenienze internazionali composto da Jona Muscia Rosa Montañés Cebriá e Giacomo Bacchio percussioni, Angelo Montanaro, clarinetto, Lorenzo Rovati, violino, Konstantin Pfitz, violoncello, e Irene Alfageme e Stephanie Gurga, pianoforte.

I SOLISTI DEL FESTIVAL RITRATTI E LE LORO BIOGRAFIE

Jona Muscia, giovanissimo talento italiano della scena percussiva (classe 2001) già insignito di lodi e menzioni ai conservatori di Vibo Valentia e Parma, oggi si perfeziona con i maestri Nick Woud e Danilo Grassi. Ha già conseguito due diplomi accademici con lode e menzione e collabora con realtà orchestrali come la Baltic Sea Philharmonic e l’Orchestra Filarmonica Italiana. La sua carriera unisce versatilità, rigore e creatività, con esperienze che spaziano dalla musica sinfonica alla produzione discografica per il cinema e l’animazione. Accanto a lui, la spagnola Rosa Montañés Cebriá, timpanista di fama internazionale, impegnata con le più importanti orchestre europee, dalla Bayerische Staatsoper alla Konzerthausorchester Berlin. Il suo percorso musicale inizia tra le leggendarie bande di Valencia, dove i tamburi risuonavano come un rito collettivo. Formatasi tra il Conservatorio di San Sebastián e alla Hochschule di Monaco di Baviera, è attiva anche come divulgatrice e promotrice della musica classica tra le nuove generazioni, distinguendosi per sensibilità artistica e profondità interpretativa. Rosa ha fatto dei timpani un codice misterioso capace di attraversare orchestre e continenti, giungendo sui palcoscenici della Scala, del Bayerische Staatsoper, dell’Utopia Orchestra e di Spira Mirabilis. A completare l’ensemble di percussioni, Giacomo Bacchio, artista italiano dalla formazione internazionale che ha collaborato con alcune delle più prestigiose orchestre italiane, tra cui il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Regio di Torino e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Il clarinetto sarà affidato ad Angelo Montanaro, poliedrico strumentista pugliese che ha calcato i palcoscenici di tutta Europa, collaborando con orchestre del calibro della Mahler Chamber Orchestra, dell’Orchestre National de France e della Royal Liverpool Philarmonic. Appassionato camerista, ha lavorato con artisti come Beatrice Rana, Ray Chen e Kirill Troussov esibendosi nei festival di Verbier, Varignana, Ravenna e nell’ensemble del Ritratti Festival. Si distingue per il suo eclettismo musicale, che abbraccia tanto il repertorio sinfonico quanto la musica da camera ed è docente di Musica da Camera a Salamanca e Taranto, oltre che endorser di Selmer Paris e D’Addario Woodwinds. Al violino, Lorenzo Rovati, da anni intreccia esperienze da solista, camerista e Primo Violino di Spalla che lo hanno condotto a calcare le più prestigiose sale da concerto d’Europa e del Mondo: dalla Philarmonie di Berlino all’Elbphilharmonie di Amburgo, dal National Center of Performing Arts di Pechino alla Sala Grande del Conservatorio di Mosca. Collabora stabilmente con l’Orchestra Utopia di Teodor Currentzis e con Musicaeterna.  Custodisce una vocazione cameristica che da anni lo lega a Ritratti Festival: un legame vivo che dal 2016 annovera concerti indimenticabili. Al violoncello, Konstantin Pfitz, artista tedesco dalla brillante carriera internazionale, già vincitore del prestigioso Schumann Prize e membro fondatore del Clemens Trio. Ha collaborato con direttori come Claudio Abbado, Daniel Harding, Andrés Orozco-Estrada e Yannick Nézet-Séguin, ed è stato primo violoncello di alcune tra le più importanti orchestre al mondo, tra cui la Lucerne Festival Orchestra, la Mahler Chamber Orchestra, Utopia Orchestra e l’orchestra del Festival di Bayereuth, esibendosi anche in sale come la Carnegie Hall e la Suntory Hall di Tokyo. Al pianoforte, due interpreti di eccezione: Irene Alfageme, pianista spagnola tra le più sensibili interpreti del repertorio vocale e cameristico, che ha accompagnato nel tempo voci leggendarie come Bryn Terfel e Plácido Domingo. Cattedratica della Scuola Superiore di Canto di Madrid, vanta collaborazioni con le maggiori orchestre spagnole e incisioni per Eudora e Cobra Records; e la poliedrica artista Stephanie Gurga, pianista, organista, clavicembalista e direttrice d’orchestra e di coro americana residente in Svizzera.Nota per la sua passione per il repertorio contemporaneo e per l’innovazione musicale, con progetti che mescolano musica barocca, elettronica e sperimentazione scenica, Gurga si muove con naturalezza tra Mozart e Philip Glass, tra Bach e il crossover elettronico del suo progetto “TechnosArias”. Ha diretto opere contemporanee come “Laïka” di Hepplewhite e “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Nyman. Docente alla Haute Ecole de Musique Vaud-Valais-Fribourg, Stephanie è già stata ospite di Ritratti alcuni anni fa e ha accettato con entusiasmo di tornare per questa XXI edizione.

“Codici di amicizia” si preannuncia dunque come un’esperienza immersiva e plurale, capace di restituire la complessità del Novecento attraverso il prisma della musica, dell’amicizia e della memoria. Un’occasione rara per il pubblico di ascoltare grandi interpreti nazionali e internazionali in un contesto di straordinaria suggestione.

Biglietti su www.ritrattifestival.it e nel circuito vivaticket

infoline +39 3802184508

RITRATTI FESTIVAL 2025

“Secret Codes – Elogio della follia”

Il 7 agosto “Codici di amicizia”

un omaggio inedito a Dmitri Shostakovich, nel 50° anniversario della scomparsa

con Jona Muscia, Giacomo Bacchio, Rosa Montañés Cebriá, Angelo Montanaro, Lorenzo Rovati, Konstantin Pfitz, Irene Alfageme e Stephanie Gurga

Chiostro di Palazzo San Martino – inizio ore 21:00


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