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Carcere di Bari, dopo l’incendio nel centro clinico: “trasferire i detenuti malati” Sappe: su sedie a rotelle, salvati dai poliziotti. Il caso di un obeso di circa trecento chili

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“’Incendio al primo piano del reparto sanitario, ove alcuni detenuti su sedia a rotella non sono morti asfissiati grazie alla generosità e coraggio” riferisceiil sindacato di polizia penitenziaria Sappe “di alcuni poliziotti (poi intossicati dal fumo) che li hanno presi in braccio poiché non c’era alcuna via di fuga. Infatti ci è stato riferito che al terzo piano del centro clinico sarebbero ospitati ancora detenuti su sedia a rotelle e un super obeso (quasi 300 kg) che non riuscirebbe a camminare e che passerebbe le sue giornate nel reparto poiché non ci sarebbero le condizioni per farlo scendere. Se ciò dovesse essere vero, in caso di incendio questi detenuti non avrebbero alcuno scampo ed andrebbero incontro ad una terribile morte. Anche se le denunce del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria che ha più volte rappresentato la pericolosità della struttura sono finite nel vuoto, ci aspettavamo che dopo l’intervento dei vigili del fuoco, del visag, dei carabinieri ecc.ecc. qualcosa cambiasse e si procedesse con l’evacuazione immediata di tutti i malati sistemati in zone pericolose, ove sono presenti barriere architettoniche senza vie di fuga, ed in condizioni igienico sanitarie precarie. Invece tutto continua come se non fosse accaduto nulla”. Prosegue la nota sindacale: “Due giorni fa i detenuti del carcere di Bari hanno protestato battendo le pentole contro le inferriate poiché vogliono più poliziotti all’interno delle sezioni detentive, considerato che nei turni serali e notturni ci sarebbe una sola unità a gestire anche tre piani. Subito dopo l’incendio dell’altro giorno molti detenuti hanno ringraziato i poliziotti per l’intervento coraggioso”. Ancora: “Il Sappe invita chi di dovere ad intervenire affinché tutti i detenuti malati nel carcere di Bari, soprattutto quelli più a rischio, siano evacuati e distribuiti in altri centri clinici carcerari della nazione, poiché in caso di un altro episodio come quello avvenuto 10 giorni fa  il bilancio potrebbe essere molto più drammatico, e le responsabilità non saranno solo di chi si ritiene intoccabile e fa quello che vuole, ma anche di chi essendo a conoscenza della gravità della situazione non è intervenuto.”




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