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Fiume Tara: no del Comune al ricorso al Tar, “amarezza profonda” Di Bello

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Di seguito un comunicato diffuso da Cosimo Di Bello, consigliere comunale di Taranto:

Amare Taranto significa prendersene cura ogni giorno. Significa difenderne la natura e la sua bellezza, la dignità e l’anima più autentica, non a parole ma con scelte coerenti, chiare e coraggiose.

E invece, nelle ultime settimane, alcune decisioni assunte dal Comune di Taranto hanno lasciato un senso di amarezza profonda e aperto interrogativi seri sul futuro della città e sulla direzione politica e amministrativa che si sta intraprendendo.

Le promesse fatte in campagna elettorale – difendere la salute, tutelare l’ambiente, restituire futuro e speranza ai cittadini – sembrano oggi dimenticate. Nessun ricorso al TAR contro l’AIA, una decisione che, di fatto, accetta potenzialmente altri dodici anni di carbone e dunque una proroga all’inquinamento,  dodici anni in cui Taranto continuerà a pagare un prezzo altissimo. Al di là delle probabilità, è un dato di fatto che l’AIA dice questo. E noi abbiamo scelto di non opporci ad essa. Si è scelto di non difendere la città davanti ai giudici, rinunciando a una battaglia ancora prima di combatterla, una battaglia che credo fosse doverosa, dal punto di vista morale e civile.

Anche sul fronte del fiume Tara, la scelta di non ricorrere al TAR rappresenta una ferita profonda. Quel luogo non è solo una risorsa naturale, ma un bene storico e paesaggistico. La costruzione del dissalatore, già accompagnata dal taglio degli alberi lungo le sponde del fiume, costituisce una minaccia concreta a un patrimonio che appartiene alla memoria e all’anima della nostra comunità. Il Consiglio comunale aveva espresso un voto unanime, e questa contraddizione non può passare sotto silenzio. È un fatto che interroga le coscienze, prima ancora della politica.

A tutto ciò si aggiunge il problema, gravissimo, di aver istituito un centro comunale di raccolta rifiuti accanto all’impianto di atletica. Come se non bastasse già il sistema previsto di raccolta pneumatica e trasporto sotterraneo dei rifiuti, ora si è deciso di collocare nello stesso contesto un impianto che prevede anche lo stoccaggio di materiali con codice CER, come toner, vernici, pitture e sostanze chimiche potenzialmente volatili. Si tratta di elementi che, per la loro natura, possono generare esalazioni e vapori nocivi, compromettendo la salubrità dell’aria e la sicurezza di chi vive o pratica sport in quell’area. È una scelta incomprensibile, in contraddizione con ogni logica di tutela ambientale, urbanistica e sportiva, anche in considerazione del fatto che proprio quella zona sarà uno dei cuori pulsanti dei Giochi del Mediterraneo che Taranto si appresta a ospitare.

Tutto questo porta a una domanda inevitabile, come viene difesa Taranto? Con quali strumenti, con quali scelte, con quale coraggio?

«Io non dimentico – afferma Di Bello – e so che i cittadini non dimenticano. Taranto ha già pagato troppo in termini di salute, di ambiente e di futuro. 

Ora servono coerenza, responsabilità e il coraggio delle scelte giuste. 

Io so da che parte stare, con chi non si arrende e crede che Taranto possa rinascere davvero».


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