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Chiarelli: interrogazione su declassamento ammiragliato, esuberi Marina militare, Vittorio Veneto

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Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:

La ciliegina su una torta molto amara, fatta di aziende che chiudono e vanno via da Taranto, di un indotto Ilva in ginocchio, di un porto che rischia di non riuscire a trattenere neppure le attività di transhipment, viene dal settore pubblico e più precisamente dalla difesa. Taranto, che tanto ha dato al Paese, non solo con la grande industria siderurgica, ma ospitando da oltre centro anni la Marina Militare, vede all’improvviso il declassamento del  Comando in Capo, rischia di perdere ulteriori 500 posti di lavoro tra gli impiegati civili della difesa, perde il centro addestramento,  e, colpo finale, assiste ad un ulteriore schiaffo: la Vittorio Veneto, che l’amministrazione di centrodestra aveva progettato diventare museo a Taranto, va a Trieste! Dopo il sommergibile Toti finito a Milano ora anche la storica ammiraglia, da tempo in disarmo, lascia le sponde dello Jonio. A Taranto il “lavoro sporco” altrove i benefici. E’ ora di dire basta; è anche ora che l’amministrazione comunale di cento sinistra, in uno con quella regionale, interrompa il lungo letargo che ha ormai addormentato l’intera città, e si preoccupi non solo di rimpasti e di riequilibri politici, ma faccia qualcosa di concreto.

Ritengo che nella riunione del 13 novembre sul tavolo interministeriale si debba porre la questione Taranto nella sua interezza come unica vertenza evitando la parcellizzazione per  singole questioni. Nel frattempo chiederò al ministro Mauro di chiarire quanto sta accadendo nella nostra città.

 




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