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Mare della Puglia minacciato dall’alga tossica Dati Arpa delle ultime settimane, allerta al livello massimo, allarme rosso. Colpita in particolare la zona di Brindisi, superato il livello di attenzione anche nel barese e nel leccese

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Emergenza alga tossica sulla costa pugliese. L’Ostreopsis ovata, conosciuta come alga tossica, torna in Puglia, rilevata in quantità massiccia su tutto il litorale da Bari e Lecce. Ma il dato allarmante è che sta avanzando, complice il cambiamento climatico e la tropicalizzazione dei nostri mari.

L’Arpa (Agenzia regionale protezione ambientale) ha comunicato i dati del monitoraggio relativi alle ultime due settimane di luglio, dai quali risulta una concentrazione elevata, tanto da far scattare il livello massimo di allerta, quello rosso. In particolare, sono sette i punti dove si registrano i picchi con la presenza di tre milioni di cellule di alga al litro, le zone più colpite porto Badisco e Forcatella in provincia di Brindisi. Sono tre le province coinvolte da questa emergenza: Bari, Brindisi e Lecce.

A Bari il fenomeno colpisce con livello rosso due zone, quella di Giovinazzo dove la concentrazione è di quasi 600mila cellule, a Santo Spirito con un milione e 78mila. Livello giallo (concentrazione abbondante) sul lungomare di San Giorgio con una presenza di 163mila cellule. Per quanto riguarda la provincia di Brindisi, livelli altissimi alla Forcatella e a Torre Canne (384mila di cellule) mentre concentrazioni abbondanti ad Apani (228mila) ed infine nella provincia di Lecce allarme rosso a porto Badisco con 3 milioni e 293mila cellule al litro e Ugento a Punta Mecolone.

“L’anno scorso la sua presenza ha interessato solo la zona del barese, quest’anno ha doppiato Capo di Santa Maria di Leuca e sta risalendo lo Jonio, con notevole con danno alla balneazione. Sta conquistando i mari italiani”, spiega all’Adnkronos il direttore di Legambiente Puglia Maurizio Manna. Un avanzamento progressivo e inarrestabile, visto che “è una delle poche creature su cui si può fare davvero poco in un ambiente come il mare”, aggiunge Manna. Una avanzamento che va di pari passo con la ‘tropicalizzazione’ dei nostri mari, sia dal punto di vista delle temperature che della fauna.

Ma da dove arriva quest’alga? E’ probabilmente arrivata in Italia “attraverso il commercio di molluschi di provenienza esotica e avanza verso sud favorita dall’aumento della temperature, che ne agevola la proliferazione in un mediterraneo tropicalizzato”. Alga tossica, ricorda poi Manna, “non solo per l’uomo ma anche per una serie di creature marina, soprattutto di fondale, come i ricci sui quali in Puglia si basa tutta un’economia”.

Due le cose importanti da sapere: la prima, è che si tratta di un’alga che provoca intossicazione per via respiratoria; la seconda, altrettanto importante, è che non è un indicatore di inquinamento delle acque da colibatteri.

Si tratta di un’alga microscopica che viene in sospensione in acqua e che, se ci sono anche piccole mareggiate, sviluppa un aerosol che provoca intossicazioni, quindi per via respiratoria. “Non è nuova in Puglia, per un po’ di tempo è stata buona e ora torna, caso strano proprio quando le acque superficiali pugliesi hanno raggiunto i 30°. Ai Tropici le acque superficiali registrano mediamente 28°…”, spiega all’Adnkronos Ferdinando Boero, biologo marino professore all’università del Salento.

La sua presenza potrebbe essere quindi “sintomo del riscaldamento globale, molto probabilmente legata alle alte temperature di questi giorni”, aggiunge Boero.

Il biologo marino però invita a non fare allarmismo: “di quest’alga non si muore, anche se la situazione va monitorata. La sua presenza non ha niente a che vedere con la qualità delle acque, è un fenomeno naturale che ci è avverso”.

Chi viene a contatto con l’alga tossica va incontro a malesseri transitori come rinite, faringite, laringite, bronchite, febbre alta, dermatite. Per questo l’Arpa ha inoltrato ai Comuni dove si registrano livelli alti di presenza dell’alga le indicazioni da seguire per avvisare i bagnanti. (adnkronos)

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