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Il poliziotto di Ricciardi: “sensazione di rabbia e impotenza” per Taranto che ha vocazione turistica ed è all’attenzione per l’ex Ilva Antonio Milo ieri a teatro a Martina Franca, dal 15 marzo nella città ionica per le riprese della terza serie

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Antonio Milo ha portato in scena, anche sul palco del teatro Verdi di Martina Franca (ieri sera) il personaggio del poliziotto Maione. Altro protagonista, Adriano Falivene. Rielaborazione per il teatro, da parte di Maurizio De Giovanni, di ciò che i suoi libri hanno originato, ovvero il successo televisivo della serie “Il commissario Ricciardi”.

Lo spettacolo teatrale è molto bello, si riferisce al periodo dei bombardamenti, 1943, dunque più avanti rispetto al periodo narrato in tv. Quella teatrale è più una commedia se relazionata ai temi di Ricciardi visti in televisione. I due attori protagonisti e gli altri interpreti si confermano fra i migliori interpreti italiani. Anche a teatro.

Antonio Milo è, senza giri di parole, un grande attore. Al quale abbiamo chiesto quale sia la sua impressione rispetto a Taranto dove, dal 15 marzo, saranno girate scene per la terza serie tv “Il commissario Ricciardi”, nella città vecchia. Ha già vissuto la città ionica per le precedenti serie e ne ha percepito “la vocazione turistica e culturale”. Qual è l’opinione di una persona che si approccia a Taranto, così bella e dalle così alte potenzialità per turismo e cultura, nel sentirne parlare essenzialmente per l’Ilva? “Si prova rabbia ed impotenza. Un’impotenza perché non si sa come uscirne. Mi sembra esemplare della mancanza di lungimiranza dei politici”. Racconta il suo primo contatto di Taranto, tempo e tempo fa: “arrivando verso la città vedevo ai margini stradali, il guard-rail, ammantato di rossastro. Poi sempre più presente, questo colore, avvicinandomi alla città. Rimasi impressionato. So quali siano le dinamiche degli insediamenti industriali, io sono di Castellammare di Stabia in cui la cantieristica navale ha impattato fortemente. Ma a Taranto abbiamo sentito, per anni, di malattia e morte per l’inquinamento, ora si aggiunge anche la questione occupazionale. Si prova rabbia. Rabbia e impotenza”. Chissà: magari un secolo fa Maione, il poliziotto corpulento che vedrete salire la scalinata in città vecchia di Taranto per indagare nei casi di Ricciardi, avrebbe trovato la soluzione anche di questo caso.

 

 

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